Rotta verso Castel di Sangro. Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti presentano la seconda parte del ritiro azzurro in vista della prossima stagione. Con loro Marco Marsilio presidente Regione Abruzzo e Angelo Caruso sindaco Castel di Sangro. «Questo sarà il terzo anno per noi a Castel di Sangro. Abbiamo un accordo per 12 anni. Alcuni si chiedono perché non facciamo tournée internazionali, mi hanno offerto di andare in Sudamerica per 1,1 milioni di dollari, ma ho rifiutato perché il ritiro è sacro. Si gettano le basi di tutto l’anno, che quest’anno sarà ancora più particolare per i Mondiali. Noi, senza l’Italia ai mondiali, saremo in pieno allenamento e sto cercando di convincere le altre società di intraprendere un campionato straniero per poter allenarci e stiamo esaminando la proposta». «Saremo a Castel di Sangro dal 23 luglio al 6 agosto e faremo tre o quattro amichevoli: stiamo cercando avversarie europee che ospiteremo in Abruzzo. Invece di incassare soldi per andare in giro siamo noi che li spendiamo per ospitare gli altri». «Quando ho visto Castel di Sangro la prima volta ho deciso di firmare un contratto da sei anni più sei anni. Ora bisognerebbe invitare anche ospiti stranieri – visto che abbiamo tifosi in tutto il mondo – che possano approfittare del territorio. In pochi sanno che Roccaraso è tra i posti più importanti d’Europa». «Tutti dite che io sono arrivato a Castel di Sangro grazie a Gravina, invece è stato il sindaco di Roccaraso a indicarmi la città quando Dimaro è diventata impossibile per il Covid. E ho scoperto una roba incredibile. Adesso pensano tutti che io ce l’abbia con Gravina per la questione del Bari, ma non è così. La verità è che chi comanda non vuole cambiare niente, si parla solo di playoff e layout, nessuno pensa alla Legge Melandri, a togliere squadre dalla Serie A vista la crisi». «Siamo l’unico club italiano da 13 anni in Europa, la squadra sa bene cosa accade quando si va a giocare fuori. Interrompere i campionati a novembre è una grande cavolata della Fifa ma potremo avere un vantaggio, preparandoci a un mercato di gennaio che sarà termometro della stagione di tutti. Sono contrario ai mercati riparatori ma negli ultimi anni abbiamo fatto qualche intervento».

«Koulibaly e Mertens? Sono due grandi calciatori, gli voglio bene e li rispetto, ma dipenderà da loro: se vogliono pensare alla vil moneta o sceglieranno Napoli, che è un privilegio. Molto spesso si pensa ai sentimenti e non alla ragione. Ci sono interessi dei calciatori, degli agenti, delle famiglie, molto spesso non è la società a gestirli, a meno che non voglia dissanguarsi. Ma non è il momento per dissanguarsi. Il Milan ha vinto lo scudetto con 40 milioni di ingaggi in meno rispetto a noi. Vogliamo tornare sui binari delle regole di tutti questi anni per la continuità del club forse mai avuta prima di me. Al di là di quei due scudetti vinti con un calciatore irripetibile. Dovrei dirvi che in 60 anni non avete vinto nulla. Non potete rimproverare a me di non voler vincere: io voglio vincere ma ci sono delle regole. Se io dico “Vinceremo lo scudetto” metto anche l’allenatore e la squadra sotto il vostro fuoco incrociato. Invece devono essere tranquilli, protetti. Quando abbiamo perso qualche partita che avremmo potuto e dovuto vincere non ho parlato. Devo comprare i giocatori? I nostri sono straordinari. Dobbiamo avere 23 giocatori, ma serve anche coraggio». «David ha il contratto in scadenza, lui è partito e non ci ha dato una risposta. Fabian l’ho incontrato, abbiamo fatto una proposta ai procuratori e hanno risposto che ci faranno sapere in due settimane. Le due settimane non sono ancora passate. Qui nessuno vuol mandare via i calciatori, ma nemmeno vogliamo fare follie». «Io ho trattato personalmente Bernardeschi, ho parlato con il suo agente a Montecarlo ma ho parlato anche con Spalletti che deve gestire i calciatori. Se vogliamo fare fantacalcio va bene chiunque, ma poi in campo no. Vediamo come si concretizzeranno le cose. Vecino e Cavani non li ho mai trattati». «Stavolta siamo un pezzo avanti, abbiamo già pensato alla maglia di Halloween, ma le presenteremo in ritiro. La nostra collaborazione con Armani continuerà e ne sono contento. Lo sport sta diventando sempre più fashion: nonostante i ritardi e la crisi abbiamo prodotto 13 maglie nell’ultimo anno, ma quella azzurra resta il nostro simbolo». «Negli ultimi tre anni sono successe tante cose che non vanno bene. A Napoli ho portato Ancelotti, è venuto per la stima che aveva di me e ha accettato mezzo stipendio per godersi Napoli ma non è stato considerato dai tifosi. Non fu corretto fischiare quel secondo posto in classifica. Ma io non cambierò idee, è una condizione dello spirito». «Proporrò a Spalletti un allenamento settimanale a porte aperte allo stadio, se vorrà e se i tifosi si comporteranno in maniera corretta. Dopo Spezia ci hanno chiuso la Curva per un turno, ma farò ricorso perché mi hanno raccontato storie diverse. Io ce l’ho con la Federazione che non sa fare il suo lavoro». «Faremo di tutto per poter riportare a Napoli lo scudetto. Ma se non ce la faremo non dovremo mai deprimerci perché noi siamo il Napoli».

«Noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare in campionato, ai miei calciatori si può dire poco. C’è stato un livellamento delle squadre di seconda fascia che hanno complicato la vita a tutti. Quando ci è crollato il sogno scudetto siamo stati squadra: lo abbiamo riconosciuto e ci siamo rialzati. Non dobbiamo dimenticarci la classifica: dietro di noi ci sono tante squadre ma possono starci avanti tra un anno se non ci concentriamo, sarà un campionato difficile». «Avere delle amichevoli di livello in ritiro serve, soprattutto se non c’è una squadra mentalmente preparata per affrontare la stagione. Ma la nostra squadra è matura, in ritiro difficilmente saremo al massimo della condizione mentale e fisica, ma giocare contro un top club ci aiuta. Spostarsi all’estero non so se sia meglio ma sicuramente porta fatica. Un viaggio o uno spostamento pesano quanto un allenamento». «Squadra già fatta a Castel di Sangro? Il calcio è un po’ cambiato, bisogna navigare a vista e il mercato si inserisce sempre quindi devi essere pronti a fare dei cambiamenti fino alla fine sempre mantenendo una squadra competitiva». «Sono in contatto tutti i giorni con la società, siamo tranquilli. Poi bisognerà vedere cosa accadrà tra le richieste del calciatore e le volontà del club. Allenamenti a porte aperte? Sono d’accordo, il contatto con il pubblico ci dà tanto. Dobbiamo reinventare Maradona tutti insieme». «Avremo a novembre quasi due mesi di stop, il lavoro dipenderà dai calciatori che avremo a disposizione. Proveremo a migliorare il nostro livello fisico e giocare anche qualche partita, nonostante gli assenti. Magari potremmo inserire in Primavera qualche nostro calciatore vista la situazione».

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