Era nato con le buone intenzioni di creare sviluppo e occupazione. Si è rivelato un flop. Ora potrebbe trasformarsi in una maxi speculazione con l’incursione della camorra. Stiamo parlando del consorzio “Atella Moda”, costituito all’inizio del 2000 e presieduto da allora dall’avvocato Giovanni Migliaccio. Per l’attuazione del progetto il Comune di Orta di Atella aveva messo a disposizione l’area Pip-Ambito 22, quella che comprendeva i terreni che costeggiano la strada provinciale Orta-Marcianise (di fronte al bar Beautiful e all’hotel Silverado, per capirci). In base ad una convenzione con l’amministrazione locale le imprese consorziate avrebbero dovuto realizzare un investimento di circa 12 milioni di euro, con otto opifici industriali che avrebbero creato 300 nuovi posti di lavoro. Ma dalla nascita del consorzio ad oggi non è stato fatto un bel niente. Zero stabilimenti. Zero crescita. Zero occupazione. L’affare però resta ghiotto. Soprattutto per chi se ne frega altamente di favorire lo sviluppo del territorio e pensa soltanto a fare business. L’operazione “Atella Moda” è stata oggetto di un esposto alla Dda di Napoli, al comando provinciale dei carabinieri di Caserta e alla Prefettura di Caserta. La denuncia è arrivata anche sul tavolo della triade commissariale che ha gestito il Comune di Orta di Atella dopo lo scioglimento dell’amministrazione targata Andrea Villano. Dopo aver annullato il piano urbanistico comunale varato nel luglio 2014 dall’amministrazione Brancaccio la commissione prefettizia ha approvato un nuovo preliminare di Puc con la riclassificazione della zona destinata ad “Atella Moda” da produttiva-commerciale ad agricola. Una scelta più che condivisibile perché dopo 20 anni il progetto non è mai decollato e anche perché il tessuto socio-economico e urbanistico è completamente mutato. Ai tempi della nascita del consorzio fioccavano le richieste degli imprenditori. Oggi il mondo delle imprese soffre una crisi senza precedenti.

Giovanni Migliaccio

Peraltro si è poi scoperto che dietro l’operazione milionaria di “Atella Moda” c’era la cupola politico-affaristica, capeggiata dall’allora sindaco Angelo Brancaccio, in combutta con l’avvocato Giovanni Migliaccio, all’epoca assessore, che fu nominato presidente del consorzio proprio per concludere affari sporchi. Poco dopo l’adozione del preliminare del Puc da parte della terna commissariale, con la trasformazione in zona agricola dell’area Pip, Migliaccio, a quanto pare, si è “dato alla fuga” dimettendosi da presidente di “Atella Moda” perché con il cambio urbanistico non avrebbe potuto più garantire l’affare oro agli imprenditori collusi con i politici corrotti. Tutto ok, quindi? Per niente. Nei due mesi successivi all’adozione del preliminare del Puc, arco temporale utile per presentare le osservazioni, c’è un clamoroso dietrofront del Comune di Orta di Atella. La zona “incriminata” viene nuovamente riclassificata e ritorna a essere area Pip per insediamenti industriali, commerciali e turistici. Nel frattempo Migliaccio avrebbe allacciato rapporti strettissimi con un grande speculatore di Frattaminore, pronto a riciclare soldi sporchi frutto di proventi illeciti. Si dice che i proprietari dei lotti siano stati contattati per costringerli a vendere i terreni. Per fare opera di “persuasione” agli incontri avrebbero presenziato anche esponenti di spicco della criminalità organizza, in particolare un referente dei Casalesi. “L’operazione convinzione” sarebbe riuscita. I lotti sono stati venduti tutti, in qualche caso con il ricorso a prestanomi, all’imprenditore truffaldino di Frattaminore. L’affare milionario si farà. La mega speculazione illegale anche.

Mario De Michele
(continua…)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui