Va bene (anzi male) che ormai in politica quello che si dice un secondo prima è aria fritta un secondo dopo. Va bene (anzi male) che a livello nazionale fanno parte dello stesso governo persone che non andrebbero prendersi un caffè nemmeno in due bar distanti chilometri. Va bene (anzi male) che in campagna elettorale si dice di tutto e di più sugli avversari. Ma è pur vero che se i cittadini (gli italiani sono particolarmente smemorati) iniziano a digerire, come direbbe Totò, anche le corde di contrabbasso allora il futuro sarà più plumbeo e la luce in fondo al tunnel un puntino quasi impercettibile. Mai come in un periodo nel quale, per citare il Nanni Moretti degli esordi, “rossi e neri sono tutti uguali” servirebbe una classe dirigente, soprattutto nelle città, che segua le stelle polari della coerenza e della credibilità. Purtroppo a Sant’Arpino, in vista delle comunali di ottobre, sta avvenendo l’esatto contrario. Acerrimi nemici si trovano seduti allo stesso tavolo per pianificare alleanze e indicare programmi. Nel farlo non arrossiscono nemmeno. Eppure mantenere un minino senso del pudore già sarebbe sintomo di dignità. Dignità, ecco un altro cromosoma mancante dal dna dei politici d’oggi. Se ne ha la conferma avvolgendo il nastro di meno di 5 anni. È il 2016. In lizza alle amministrative ci sono tre liste. Una capeggiata, si fa per dire, da Iolanda Boerio, un’altra da Elpidio Maisto e la terza da Giuseppe Dell’Aversana. Quest’ultimo, già sindaco negli anni Novanta per due mandati, vince riconquistando la fascia tricolore. Uno dei comizi elettorali più scoppiettanti fu quello tenuto da Salvatore Brasiello, eminenza grigia della politica santarpinese, mentore dell’ex sindaco Eugenio Di Santo, nella cui giunta ricoprì anche la carica di assessore al Bilancio, con brillanti risultati. Oggi il Comune è in dissesto finanziario. Dopo l’esperienza con Di Santo, l’immarcescibile Brasiello sposò la causa di Sant’Arpino al Centro, lista guidata da Maisto. Prima giravolta. Ma allora ci poteva stare. Rispetto a quello che ha combinato oggi, fu un passaggio quasi indolore.

Giuseppe Dell’Aversana e Salvatore Brasiello

Da nemico giurato di Dell’Aversana è diventato un suo alleato. Si incontrano amabilmente ai tavoli politici per allestire lo schieramento in campo ad ottobre.  Che sarà mai? In premessa abbiamo detto che ormai in politica se ne vedono di tutti i colori. Vero. Però se non stabiliamo che a tutto c’è un limite rischiamo che il perimetro della spudoratezza si allarghi all’infinito con conseguenze devastanti sul tessuto connettivo della società. Proprio per rinfrescare la memoria di quelli più distratti abbiamo ripescato il video del comizio di Brasiello, datato 2016. L’ex assessore imbrattava l’immagine di Dell’Aversana con frasi del tipo: “Caro Peppino, tu sei un uomo pericoloso che non può amministrare un comune, perché non te ne frega niente dei problemi della gente, non ti puoi candidare nemmeno a fare l’amministratore di un condominio”. Ancora, ancora rientriamo negli eccessi della propaganda elettorale. Di tenore ben più pesante, anzi di evidente rilievo penale, furono le altre accuse rivolte da Brasiello a Dell’Aversana. “Caro Peppino, hai chiesto e ottenuto un posto nella “Iap”, mi puoi anche querelare, poi andremo a verificare se le cose che dico io sono giuste, nella mia vita ho subito una marea di querele per diffamazioni però sono stato sempre assolto, ho la coscienza tranquilla di quello che dico perché sono una persona seria”. Nonostante la gravità degli attacchi non ci risulta che l’attuale sindaco abbiamo querelato Brasiello.

Sempre durante lo stesso comizio Brasiello lanciò un’altra gravissima critica all’indirizzo del candidato di Speranza e Futuro per Sant’Arpino. “È stata deviata la circumvallazione che porta sulla stazione a zig zag, rendendo quella strada pericolosa perché lui doveva difendere gli interessi dei suoi congiunti”. Altro ipotetico reato penale. Poi l’affondo finale di Brasiello. “Caro Peppino, tu dici che io sono il più grande traditore della storia di Sant’Arpino, ma tu sei il più grande incoerente della storia di Sant’Arpino. Dopo circa 14 anni si è svegliato Dell’Aversana ed e venuto in questa piazza a cercare di nuovo il consenso. Caro Peppino, l’hai fatto già due volte il sindaco a Sant’Arpino, non ti rendi conto che l’orologio va avanti, non torna mai indietro e tu sei un uomo che l’orologio lo vuoi far tornare indietro, questa è la realtà”.

Un gran bel comizio, va detto. Senonché oggi Brasiello è tra i sostenitori proprio di chi si propone di fare il sindaco non più per la terza volta, ma addirittura per la quarta. Non è che l’orologio va indietro. Si è proprio scassato. Però, come si dice (purtroppo) dalle nostre parti “chi ha avut’ avut’ avut’, chi ha rat’ a rat’ a rat”. Infatti, ma qualcuno parla di leggenda metropolitana, si dice che addirittura il sindaco Dell’Aversana, in occasione del suo onomastico (il 19 marzo), abbia offerto a Brasiello mezza zeppola di San Giuseppe, formato mignon. L’altra metà se l’è fatta incartare e l’ha adagiata con cura nella tasca sinistra della sua giaccia nuova, acquistata alla Standa nel 1979. L’incontro tra i due è stato cordiale e amichevole, in ricordo dei vecchi tempi. Riportiamo un dialogo immaginario ma molto vicino alla realtà. Brasiello: “Caro Peppino, sei sempre una chiavica!”. Dell’Aversana: “Caro Salvatore, grazie di cuore, tu sei una monnezza!”. Poi si sono incamminati mano nella mano alla volta del municipio. Durante il tragitto, tra un vicendevole “vaffanc…” e “pezzo di m…”, Brasiello ha esclamato: “Peppi’, tu farai il sindaco a vita”. Annuendo e col sorriso sulle labbra Dell’Aversana ha prontamente risposto: “Salvato’ speriamo bene, ma alla prossima campagna elettorale è meglio che tu ai comizi non ti fai vedere proprio, non si sa mai…”. Poi baci e abbracci. Evviva la coerenza. E la dignità.

IL VIDEO DEL COMIZIO DI SALVATORE BRASIELLO

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