Cronaca di una morte annunciata. Il decesso politico è quello di Alfonso Golia e della “fu” maggioranza di centrosinistra. Più che Garcia Marquez e Pirandello bisognerebbe citare i senatori Lello Ciampolillo e Mariarosaria Rossi per descrivere come sia indecorosamente cambiato l’assetto dell’amministrazione comunale di Aversa. Senza vergogna il primo cittadino ha aperto i cancelli del mercato delle vacche. Lo abbiamo scritto in ampio anticipo baccandoci gli insulti social degli hooligans. Oggi a darci ragione è lo stesso Golia che pur di restare aggrappato alla poltrona ha messo assieme un’accozzaglia politica da far rimpiangere i democristiani della peggiore specie. Si va dai 5 Stelle a De Luca Presidente passando per il Pd ovviamente. A Roma il partito di Zingaretti, quando si tratta di “fare l’interesse della collettività”, alias non mollare le cadreghe di velluto rosso, è sempre seduto al tavolo della trattativa. Nella città normanna il sindaco da politico cresciuto nella sezione dem si è trasformato nel becchino della politica. Un inciso: l’etimologia della parola politica si riconduce al greco politiké, tradotto “che attiene alla città”, cioè al vero bene della città, non a quello blaterato.

Roberto Romano, Giovanni Innocenti, Olga Diana, Francesco Sagliocco

Nel giro di un anno e mezzo l’ex politikos Golia ha spazzato via tutto.  A partire dal rispetto della volontà popolare. Il ribaltone in salsa aversana è uno sfregio alla democrazia. Alle elezioni comunali i pentastellati si sono presentati da soli contro l’attuale primo cittadino. Adesso come se nulla fosse l’aspirante sindaco Roberto Romano è un consigliere di maggioranza che ha votato, già prima del formale cambio di rotta dei grillini, addirittura il riequilibrio di bilancio (saprà che è un documento di indirizzo politico?). Idem i consiglieri di finta opposizione Olga Diana (eletta nella Lega), Francesco Sagliocco e Giovanni Innocenti, seguaci del presidente della commissione regionale Ambiente Giovanni Zannini, mister “22mila preferenze”. Scusate il gioco di parole ma il quartetto Romano-Diana-Sagliocco-Innocenti rappresenta la quintessenza del voltagabbanismo. Banderuole in balia del vento dell’opportunismo. Sulla tavola imbandita da Golia di opportunità ce ne sono a iosa. Posti in giunta, in particolare. Ma non solo. L’antipasto arrivato nel vertice (basso) convocato dal sindaco. Presenti Paolo Galiero (5 Stelle), Amedeo Cecere (De Luca Presidente), Francesco Gatto (Pd), Federica Turco e Alessandro Gagliardi (Noi Aversani), Lucio Romano (Comunità Solidale), Antonio di Ronza (La Politica che Serve), Carlo Cascella (Meridionalisti Democratici) e Alfredo di Franco (Democrazia & Territorio). Al netto dei movimenti civici-sigle che nei grandi centri, per il concetto di cui sopra, dovrebbero essere relegati alla marginalità, si tratta di un minestrone indigesto.

Alfonso Golia

Eppure lo chef senza stelle Golia (i grillini non hanno votato per lui) lo ha servito come il suo piatto forte. Stessa enfasi da regime mediatico utilizzata in occasione della recente nomina dell’assessore Luigi Di Santo, con delega principale alle Politiche sociali. La casella era stata lasciata libera dal dimissionario-dimissionato Ciro Tarantino nei giorni successivi alla scandalosa votazione consiliare del 30 dicembre scorso sull’assestamento di bilancio. Un altro professore, docente di Filosofia del Diritto all’università di Cassino, che nelle vere intenzioni del sindaco dovrebbe ammantare di “alto profilo” il restante rimpasto dell’esecutivo basato palesemente su una mera spartizione di poltrone.  “Luigi Di Santo è la figura che ho individuato per portare avanti ciò che abbiamo cominciato in questi primi mesi di amministrazione”, ha dichiarato il primo cittadino dimostrando ancora una volta di avere completamente perso il senso della realtà. Aversa è il Comune capofila dell’Ambito socio-sanitario C6 e per la prima volta nella storia dell’ente non ha approvato nei tempi previsti dalla normativa il Piano di Zona, ossia la programmazione per fornire servizi essenziali ai residenti di Carinaro, Casaluce, Cesa, Gricignano, Orta di Atella, Sant’Arpino, Succivo e Teverola, oltre che della città normanna. Non sarà difficile per il neo assessore Di Santo portare avanti il nulla.

Ultima osservazione. Alle comunali la lista allestita da Alfonso Golia si chiamava “La Politica che Serve”. Oggi la politica non serve più. Bastano le seggiole.

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