Il caso De Amicis è l’emblema di un’amministrazione comunale, con il sindaco Ernesto Di Mattia in primis, formata da dilettanti allo sbaraglio. La scuola dell’infanzia e primaria è stata chiusa per il mancato funzionamento dell’impianto di riscaldamento. Per carità, ci può stare che alla ripresa delle lezioni qualcosa non vada per il verso giusto. Ma è inaccettabile che da ottobre ad oggi nessuno si sia preoccupato di intervenire in tempo utile. Il motto prevenire è meglio che curare non appartiene alla maggioranza che regge le sorti del Comune di Sant’Arpino.

Ernesto Di Mattia

Né il primo cittadino, né gli assessori alla Pubblica Istruzione Loredana Di Monte e all’Edilizia scolastica Gennaro Capasso hanno mosso un dito per garantire agli alunni di seguire le lezioni in condizioni decenti. Per giorni i bambini hanno patito il freddo. I genitori hanno addirittura acquistato di tasca propria stufe elettriche. E alla fine l’amministrazione comunale ha alzato bandiera bianca. Di Mattia ha firmato un’ordinanza di chiusura fino a domenica prossima per affidare a una ditta i lavori di sistemazione dell’impianto di riscaldamento. A pagarne le conseguenze studenti e famiglie. Tutti si chiedono perché non si sia provveduto prima. È mai possibile che al sindaco Di Mattia e agli assessori Di Monte e Capasso non sia passato per l’anticamera del cervello di fare un sopralluogo presso gli istituti scolastici per fare il punto delle criticità? Perché mai si è giunti alla chiusura della De Amicis quando sarebbe bastata una visita a ottobre per verificare il mancato funzionamento dei termosifoni? Dov’erano Di Mattia, Di Monte e Capasso? A scaldare le sedie della giunta. A differenza degli alunni loro non hanno sofferto il freddo.

Mario De Michele

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