di Mario De Michele
Onore al merito. La candidatura alle elezioni politiche dell’aversano Stefano Graziano al primo posto nella lista dem nel collegio Caserta-Benevento non è altro che il giusto riconoscimento del lavoro e della competenza dell’esponente di spicco del Pd. 51 anni, ingegnere ambientale, Graziano faceva Politica, con la P maiuscola, già ai tempi dell’università. È stato rappresentante degli studenti presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, nonché consigliere degli studenti e di amministrazione facendo parte infine del cda dell’ente regionale per il diritto allo studio dell’ateneo campano. Fin da allora si vedeva che sarebbe diventato un politico di razza. Gli studenti di quel periodo lo dipingono come un rappresentante “lungimirante e battagliero”. Alle politiche del 2008 viene eletto nel Partito democratico deputato della XVI Legislatura, nella circoscrizione Campania 2. Ha fatto parte della VI Commissione Finanze e della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Nel 2013, durante il governo Letta, è stato nominato consigliere per l’attuazione del programma di governo alla presidenza del consiglio dei ministri. Graziano torna a ricoprire una carica istituzionale prestigiosa nel 2015, quando viene eletto consigliere regionale democrat con 14.810 preferenze nella circoscrizione di Caserta. Dal 5 settembre 2018 ricopre la carica di presidente della V commissione Sanità e sicurezza sociale del consiglio regionale. Alle elezioni politiche del 2018 è candidato con i dem al Senato della Repubblica, in regione Campania, come secondo in lista, ma non viene eletto perché ci fu il boom dei 5 Stelle e ai democrat andò un solo seggio. Nel gennaio 2019 è nominato commissario regionale del Pd calabrese. Si ricandida alle regionali in Campania del 2020, sempre nelle fila del Pd in provincia di Caserta, ma pur incassando ben 17.763 preferenze risulta il primo dei non eletti. Nello stesso anno viene indicato dal governatore Vincenzo De Luca come presidente di una commissione per le aree interne della Campania. Una lunga e fulgida carriera politica che spinge il leader nazionale Letta a proporlo alla guida del Pd campano dopo le dimissioni da segretario regionale di Leo Annunziata. Chi meglio di lui avrebbe potuto far uscire il partito dalle sabbie mobili in cui è finito da anni? Nessuno. Ma il Pd campano e quello casertano sono noti alle cronache politiche per il guinness dei primati nel “Campionato mondiale di autolesionismo”. Il beneventano Umberto Del Basso De Caro, per timore che la sua stella si offuscasse, si mette subito di traverso. E forma un asse con il casertano Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale. L’obiettivo? Sbarrare la strada a Graziano. Perché? Ufficialmente per il presunto “mancato coinvolgimento di tutte le componenti del Pd. Il motivo reale è un altro: Graziano sarebbe stato un “vero” segretario. Non manipolabile. In Campania è uno dei pochi che fa Politica. E la sa fare bene. Vanta inoltre un pesantissimo bagaglio di voti. Se la posizione di Del Basso De Caro si spiega con l’antagonismo territoriale tra Benevento e Caserta, l’ostruzionismo di Oliviero è politicamente incomprensibile. Per la prima volta nella storia del Pd la provincia di Caserta avrebbe espresso un leader regionale. Un’occasione da sfruttare al volo. Invece Oliviero, probabilmente obnubilato da motivazioni personalistiche (“nemo propheta in patria”), erige un muro insormontabile contribuendo a far tramontare l’elezione di Graziano a segretario dei dem campani. Lui, politico di vecchia scuola (quella nuova fa rabbrividire), incassa il colpo e non alimenta polemiche. Lascia ai suoi “amici” di partito le chiacchiere da thermopolium. E aspetta che il tempo gli dia ragione. Ancora una volta fa la mossa giusta. Letta lo indica come capolista alla Camera proprio nel collegio proporzionale (listino bloccato) Caserta-Benevento. In altre parole Graziano di fatto è già parlamentare. E con un sorprendente uno-due mette a tappetto Del Basso De Caro e Oliviero. Il messaggio arrivato da Roma è forte e chiaro: in Campania puntiamo su Graziano, gli altri si mettano in fila. “Aut regem aut fatuum nasci oportet” (“Per fare ciò che si vuole bisogna nascere re o stupidi”), direbbe il buon Seneca. Stefano Graziano è nato re. Gli altri no. Se ne facciano una ragione. Perché, come direbbero sempre i latini, “ubi maior, minor cessat”.

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