Spengano i motori e si mettano l’anima in pace i conducenti della macchina del fango. Il 30 novembre 2020 è una data spartiacque. Segna un prima e un dopo nell’avventura del sindaco Alfonso Golia alla guida della città di Aversa. Decreta la fine di un sogno. Lo zainetto rosso è un ricordo sbiadito. Sembra uno sberleffo lo slogan elettorale “Io ci credo!”, gridato al megafono ad ogni angolo di strada, accompagnato dall’immancabile promessa di cambiamento. Gli aversani ci hanno creduto anche loro. Giustamente. Aveva tutte le carte in regola il giovane Alfonso. In primis un padre, il pediatra Gennaro Golia, dalle doti umane e professionali più uniche che rare. Però Esopo ci ha insegnato che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E, una volta eletto sindaco, Golia ha dimostrato di non essere in grado di passare dalla propaganda ai fatti concreti. Sono emersi i suoi lati nascosti: presunzione e incompetenza. Un mix esplosivo. Più di un assessore da lui nominato è stato un fallimento. Ha conferito deleghe senza alcuna logica: Luisa Melillo allo Sport è una barzelletta. Che purtroppo non fa ridere nessuno per i danni causati dalla totale mancanza di programmazione a un settore già duramente colpito dal Covid. In un anno e mezzo qualche membro della giunta ha gettato la spugna, altri sono stati sostituiti. L’ultima new entry è Elena Caterino, nota alle cronache per aver offerto dolcetti e spumante agli operatori ecologici quando c’è stato il passaggio di cantiere tra le ditte appaltatrici della raccolta rifiuti. Celeberrima, grazie a Campania Notizie, per aver indebitamente intascato il doppio dell’indennità di carità per oltre 6 mesi. Se poi ci mettiamo che è stata indicata dai giovani-vecchi Marco Villano e Francesco Gatto il quadro è completo. La prova provata che il sindaco Golia sia stato presuntuoso e incompetente è la chiusura del mercato ortofrutticolo. La struttura dava da vivere a centinaia di famiglie. Loro sicuramente non credono più nel primo cittadino. Il rosario dei problemi irrisolti e nemmeno affrontati è lunghissimo. Servirebbero ore per sgranarlo tutto.

IL MONDO ALLA ROVESCIA

Torniamo al fatidico 30 novembre 2020. In assise approda l’assestamento di bilancio, che non passa per il voto contrario di quelli che per mesi sono stati definiti, nella migliore delle ipotesi “ribelli” o “dissidenti”, poi divenuti “traditori”. I loro nomi sono sulla bocca di tutti perché i marconisti del fango social li hanno gettati in pasto alla folla facendoli apparire come i peggiori nemici di Aversa. Si tratta di Paolo Santulli, Francesco Forleo, Maurizio Danzi ed Eugenia D’Angelo. Al netto di quest’ultima, che per l’intervento osceno in assise meriterebbe la prigionia politica, ci vuole una bella faccia tosta a ergersi sul piedistallo puntando l’indice contro Santulli, Forleo e Danzi. Partiamo dall’ex parlamentare. Avrebbe potuto, per esperienza, cultura e capacità, tranquillamente impuntarsi e correre come candidato sindaco. Per senso di responsabilità e per non far vincere il centrodestra (cosa di cui ora è accusato dai menzogneri di professione) ha fatto largo a Golia. Invece alle comunali ha indossato la divisa del soldato semplice, pur potendo esibire i gradi di generale, e ha contribuito fortemente al rafforzamento del centrosinistra. Lo stesso Paolo Santulli, a meno che non abbia un sosia, corteggiato prima della presentazione delle liste, oggi è un vituperato “traditore”. Vogliamo parlare di Forleo? È stato Stefano Graziano a chiedere al ginecologo di candidarsi perché lo considerava un uomo e un professionista valido. Per caso pure Graziano è un “traditore”? Questa balla non se la beve nessuno. Alfonso Golia è un suo fedelissimo. Suo fratello Angelo è l’addetto stampa dell’ex consigliere regionale. Che dire di Danzi? È stato nello staff di Graziano in consiglio regionale. Pure lui quando si è candidato era “buono” e oggi è “cattivo”? Se volessimo dare retta agli architetti delle falsità ci sorgerebbe il dubbio che sia proprio il “Signor Sottile” Stefano Graziano l’assassino di Golia. Per fortuna le bugie hanno le gambe corte. Prima o poi la verità viene a galla. E così è stato.

Il PELLEGRINAGGIO IN REGIONE

All’indomani del 30 novembre 2020, nonostante l’impegno sacro assunto in consiglio di rifiutare il mercato delle vacche, il sindaco Golia è andato in pellegrinaggio in Regione a mercanteggiare con il presidente della commissione Ambiente Giovanni Zannini. Che è uno dei politici viventi più bravi al mondo nell’arte del compromesso pro domo sua. Grazie alla mediazione di Graziano, il primo cittadino normanno ha chiuso subito l’affare assicurandosi il sostegno degli esponenti dell’opposizione Olga Diana, Francesco Sagliocco e Giovanni Innocenti. Quest’ultimo è talmente “consorziato” con Zannini che per lui si lancerebbe anche dal Tevere. Come per magia tre consiglieri eletti in liste avversarie sono diventati “responsabili”, mentre a Santulli, Forleo, Danzi e D’Angelo è stato affibbiato il marchio di “traditori”. Il mondo alla rovescia. Quello delle balle spaziali. I produttori industriali di menzogne sono stati però sbugiardati da un documento ufficiale sottoscritto proprio degli “irresponsabili”, indirizzato al primo cittadino e al segretario regionale del Pd (in calce all’articolo). Alla luce del sole e ricusando ogni forma di compravendita politica i “traditori” Santulli, Forleo, Danzi e D’Angelo hanno spiegato punto per punto quali sono le questioni contabili che inficiano la bontà dell’assestamento di bilancio. Hanno ricostruito tutte le tappe. Dal bilancio di previsione allo strumento giunto in aula il 30 novembre. Tutto riscontrabile. Ci sono “numeri”, “voci” e cifre” che attestano in modo inequivocabile come nell’assestamento di bilancio i conti non tornano.

LA CORTE DEI CONTI IN AGGUATO

Santulli, Forleo, Danzi e D’Angelo vanno al cuore del problema. Votare così com’è il riequilibrio significa approvare un assestamento farlocco. E se per ciucciaggine amministrativa o per l’attaccamento alla poltrona qualche consigliere comunale, sia di maggioranza che di opposizione, si illude di passarla liscia dovrà ricredersi. La Corte dei Conti la farà pagare a caro prezzo a tutti coloro i quali voteranno a favore o si asterranno (che equivale al voto favorevole) per il via libera ad un assestamento di bilancio stilato col pallottoliere. Si sappia che le “sfogliatelle” preparate dai giudici contabili non sono dolci come quelle napoletane. Dal documento dei 4 consiglieri Pd si evince anche un importante aspetto politico: gli unici a non voler tradire il mandato degli elettori sono proprio loro. Rivolgono un appello al sindaco perché valuti il merito della questione. Nel suo interesse e per il bene della collettività. Golia farà prevalere il buonsenso o opterà per l’incucio con Zannini? È troppo presuntuoso per tornare sui suoi passi. E poi ha già fatto le compere natalizie al mercato del consigliere regionale. Probabilmente la spartizione in salsa Prima Repubblica consentirà al sindaco di mangiare il panettone. Ma gli resterà sullo stomaco. Non ingurgiterà anche la colomba pasquale. Il 30 novembre 2020 sono cadute maschere e mascherine. Ora tutti sanno chi sono i veri “traditori” di Aversa.

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