Scoperta nelle stelle la sorgente nascosta del litio ‘di troppo’: sono le esplosioni stellari (novae) a produrre l’anomala abbondanza di questo fondamentale elemento. A risolvere quest’importante enigma cosmico è stato un gruppo di ricercatori internazionale guidato da Luca Izzo, dell’Università Sapienza di Roma e IcraNet, in collaborazione con ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) dell’Osservatorio di Capodimonte e dell’Osservatorio di Bologna, e dell’Università di Trieste, i cui risultati sono stati pubblicati sull’Astrophysical Journal.

Il litio è uno dei ‘mattoni’ elementari prodotti dal Big Bang e si trova da anni al centro di alcuni enigmi cosmici, uno di questi è quello del ‘litio di troppo’. “A partire dagli anni ’80 ­ ha spiegato Izzo ­ si era scoperto che nelle stelle giovani era presente troppo litio rispetto a quello previsto teoricamente. Un’anomalia che aveva spinto molti astrofici a pensare che doveva esistere una sorgente nascosta che produceva litio”. Dopo decenni il mistero è stato ora svelato analizzando il getto di materia espulso dall’esplosione di un stella (nova) osservata con i telescopi dell’Osservatorio Europeo Meriodionale (Eso), in Cile. “In questo getto abbiamo osservato la ‘firma’ inequivocabile del litio ­ ha spiegato Izzo ­ prodotto durante le fasi che precedono l’esplosione della stella”. L’osservazione è la prova diretta che a creare nuovo litio sono quindi le novae e svelare definitivamente l’enigma del litio di troppo. “Da quando nel 1978 Summer Starrfield propose le novae come possibile sorgente ­ ha commentato Massimo Della Valle, dell’Inaf di Capodimonte e coautore dello studio ­ ci abbiamo lavorato per decenni ma senza successo. E’ una scoperta resa possibile da una grande perseveranza e Starrfield era al settimo cielo quando glielo abbiamo comunicato!”.

 

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