Il business è milionario. In un settore che non conosce crisi. Mai. Purtroppo, si ha sempre bisogno di medicinali. E le farmacie sono miniere d’oro. Anche quelle comunali. Non a caso a Succivo si è aperta la caccia al posto al sole. Ad aprire le danze l’amministrazione guidata dal sindaco Gianni Colella. La maggioranza ha programmato la nascita della struttura nell’ambito del piano per le nuove sedi farmaceutiche. Dai grafici emergono le prime anomalie. Il centro storico sembra un quadro cubista. Un errore tecnico? Macché. Uno modo per rientrare nei criteri delle distanze fissate dalla Regione Campania. L’obiettivo? Portare a casa l’operazione. Che, per come è nata e per come si è sviluppata, non sembra per nulla finalizzata a tutelare gli interessi dei cittadini. Da quanto abbiamo appreso sull’affare hanno messo gli occhi quattro privati. Chi accontentare? Al massimo uno. Tre resteranno scontenti. Soprattutto in caso di impegni “politici” assunti a monte. Non a caso l’iter     per la gestione dell’istituenda farmacia comunale ha subito un brusco stop. L’intoppo burocratico è sorto anche sulla gara d’appalto relativa al canone di concessione a carico dei privati che hanno messo a disposizione le strutture. Prima di andare al cuore del problema sintetizziamo l’iter tecnico. Il 10 gennaio 2020 il consiglio comunale delibera l’affidamento in concessione del servizio. Il 5 marzo dello stesso anno la giunta approva la perizia di stima stabilendo il valore economico della farmacia in un contributo una tantum di 100mila euro e in un canone annuo di 10mila euro per un importo complessivo di 400mila euro, a fronte della durata trentennale della concessione. Il 28 luglio 2020 il responsabile dell’area amministrativa indice la gara d’appalto. Ma durante l’espletamento emergono “alte e multiformi complessità in ordine all’interpretazione del disciplinare di gara”. Al punto che l’amministrazione comunale nomina un consulente legale per sbrigliare la matassa. Il nodo gordiano, seppur collegato all’immobile “ospitante”, è un altro. E riguarda il bando per la gestione della farmacia, che contiene criteri talmente astrusi da ipotizzare fin d’ora che la questione finirà in tribunale. Un esempio concreto. Che senso ha assegnare un punteggio altissimo a chi possibile una struttura con metratura maggiore rispetto invece a chi possiede un background in grado di fornire un servizio migliore? Una farmacia comunale svolge un servizio pubblico. Se si vogliono tutelare gli interessi dei cittadini bisogna puntare sulla qualità, non sulla grandezza dell’immobile. E se ai criteri capestri si aggiunge il grafico a zig-zag che delimita la zona dove spunterà la nuova sede farmaceutica, sorge il sospetto che l’intenzione sia quella di cucire l’abito addosso a qualcuno. Presto sveleremo chi è il “prescelto”. Ma c’è ancora tempo per rimediare. Nella maggioranza c’è chi può alzare la voce per ottenere la revoca del bando. Sarebbe un bene per tutti. Quello approvato è attaccabile su tutti i fronti e sortirà l’unico effetto di impedire la nascita della farmacia. Meglio partire da capo e raggiungere l’obiettivo che iniziare col piede sbagliato con la certezza di fare un clamoroso flop. Per una volta amministratori e politici mettano da parte i piccoli interessi di bottega e adottino provvedimenti nel vero interesse della collettività. Errare è umano, perseverare è diabolico.

(continua…)

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