Dati sicuramente poco lusinghieri quelli che emergono dallo studio Eurispes-Direzione nazionale antimafia. Il rapporto è stato presentato nella sede della Direzione Nazionale Antimafia a Roma, l’incontro è stato presieduto dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho. Questa la classifica delle 15 province italiane dove la criminalità ha maggiore capacità di penetrazione: Crotone, Vibo Valentia, Napoli, Reggio Calabria, Caserta, Caltanissetta, Foggia, Imperia, Barletta, Benevento, Isernia, Cosenza, Catania, Siracusa e Trapani. Dunque, tre province campane nei primi dieci posti, con Napoli in terza posizione, Caserta in quinta e Benevento in decima. Anche peggio se il riferimento è alle regioni, con la Campania preceduta soltanto dalla Calabria e saldamente al secondo posto: Calabria (112,91), Campania (109,16), Sicilia (107,82), Pugliam (106.78) Molis (106,29) Basilicata (105,17). Questi gli indici di alcune delle altre regioni: Liguria (105.32), Sardegna (103.77) Lazio 102,31, (100,57), Abruzzo (101,17), Friuli Venezia Giulia (100,37), Umbria (100.34), Lombardia (95,97). Si tratta di uno studio che si basa su 19 e 163 variabili, dunque uno studio capillare. Ma è l’arretratezza la causa principale che genera criminalità? Straordinaria la risposta del procuratore nazionale antimafia De Raho: “No, non è l’arretratezza socioeconomica che genera le mafie, ma sono le mafie che causano l’arretratezza. Senza le mafie il nostro Paese sarebbe ai primi posti al mondo”. 

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