Ogni mese di lockdown è costato assai caro, quasi 48 miliardi di euro, il 3,1% del Pil in pratica, con quasi 10 miliardi persi nel mezzogiorno (2,8% del Pil).  E’ quanto emerge dal rapporto Svimez 2020. Secondo la Svimez il Pil del Mezzogiorno risulterebbe, al momento, al di sotto del suo picco minimo del 2014 e inferiore di 18 punti percentuali rispetto al 2007 (il centro-nord di circa 11). Le previsioni Svimez per il 2020 segnano -9% per il Mezzogiorno, -9,8% per il Centro-Nord e -9,6% per il paese. Per il 2021 la Svimez prevede che il Pil cresca al Sud dell’1,2% e nel 2022 dell’1,4%, mentre al Centro-Nord del 4,5% nel 2021 e del 5,3% l’anno successivo. L’occupazione femminile in professioni cognitive altamente qualificate è calata, tra il 2008 ed il 2019, di oltre 290mila unità a livello nazionale (-7,1%). Ma ecco la speciale classifica per regioni: la Lombardia, epicentro della crisi sanitaria, perde 9,4 punti di Pil nel 2020. Perdite superiori al 10% si registrano in Emilia Romagna (– 11,4%), Piemonte (–11,3%) e Friuli Venezia Giulia (–10,5). Al Centro: Umbria (–11,6%) e Marche (–10,8%). Nel Mezzogiorno: Puglia (–10,8%) e Molise (–11,7%). La Campania perde il 9,3%. Elevate le perdite anche in Calabria (–8,9%). A seguire Sardegna (–7,2%) e Sicilia (–6,9%). Tra le regioni meridionali più reattive per il 2021 ci sono Basilicata (+2,4%), Abruzzo e Puglia (+1,7%), poi la Campania (+1,6%), Sicilia (+0,7%), Calabria (+0,6%), Sardegna (+0,5%), Molise (+0,3%).

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