Tripoli e’ caduta e la sorte del regime di Muammar Gheddafi e’ ormai praticamente segnata: i ribelli si sono aperti la strada in ogni angolo della capitale e da ultimo, in pieno giorno, con una colonna di veicoli armati di lancia-razzi e mitragliatrici pesanti hanno attraversato la citta’ in trionfo per attestarsi infine nella centralissima Piazza Verde.

Piu’ che le residue sacche di resistenza, sulla cui presenza ha messo in guardia fin dal primo mattino il premier del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi, Mahmoud Jibril, sull’atmosfera di euforia pesa l’aleggiare di un fantasma: nessuno sa infatti dove si trovi Gheddafi, e sulla sua sorte si accavallano le voci piu’ disparate. Stando a fonti diplomatiche che avevano avuto occasione d’incontrare ancora di recente il Colonnello, questi sarebbe ancora a Tripoli, e “potrebbe” nascondersi nella sua residenza-bunker di Bab al-Aziziyah, intorno alla quale non a caso si continua a combattere. Informazione confermata dal Pentagono secondo cui il rais non sarebbe fuggito ma si troverebbe ancora nel Paese. I ribelli controllano ormai, a loro dire, il 90 per cento della citta’. Secondo il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ai lealisti non rimarrebbe invece che il 10-15 per cento della capitale. Fa poca differenza, ma in quella percentuale minima di territorio urbano e’ compresa proprio Bab al-Aziziyah: finche’ non sara’ caduto anche il complesso fortificato del Colonnello, gli scontri non potranno cessare, anche perche’ in qualche modo la sua latitanza sembra infondere coraggio alle residue forze governative. Secondo fonti insurrezionali, i fedelissimi del regime hanno schierato intorno alla residenza di Gheddafi carri armati e autoblindo, anzi, ne hanno inviati alcuni a cannoneggiare gli avversari nei dintorni. I soldati rimasti cercano dunque di resistere in ogni modo, e i carristi aprono il fuoco all’impazzata non appena sentono risuonare l’eco di spari. Pure in porto sono stati dispiegati mezzi corazzati. Anche per questo l’Unione Europea ha avvertito che per ora le sanzioni contro la Libia rimarranno in vigore, potendo comunque essere revocate rapidamente in ogni momento. Bruxelles sta anche pensando alla possibilita’ i convocare una riunione d’urgenza dei leder per definire la situazione a livello comunitario. La Nato dal canto suo ha fatto sapere che le operazioni militari proseguiranno finche’ tutti i lealisti non si saranno arresi. Appare peraltro soltanto una questione di tempo: l’emittente satellitare ‘al-Jazira’ ha annunciato che lo stesso premier al-Baghdadi Ali al-Mahmoudi e il responsabile della radio-televisione di Stato, Abdallah Mansour, sarebbero fuggiti all’estero e, come diversi ex gerarchi prima di loro, sarebbero riparati in Tunisia, sull’isola di Gerba. Intanto il premier dei ribelli Jibril ha iniziato a muoversi per vie diplomatiche: mercoledi’ sara’ a Parigi da Sarkozy e, come ha annunciato il premier Berlusconi, nei prossimi giorni in Italia.

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