Altro che incoerente. Si ritiene un “diligente elettore del Pd”. E farà tutto quello che gli ha chiesto Francesco Boccia, commissario dei dem campani. Gennaro Oliviero non si sposta di un millimetro. Mantiene fino in fondo la sua posizione, gli va dato atto. Il presidente del consiglio regionale affronta a viso aperto la guerra con i vertici del partito. Convinto non solo di avere ragione, ma anche che la spunterà. A condannare i suoi “amici-nemici” del Pd saranno le urne. Il voto spazzerà via i democrat. Le urne saranno un’urna. Secondo Oliviero “gli elettori puniranno i democrat per i gravi errori commessi da Enrico Letta. A detta del timoniere del parlamentino campano il leader nazionale del partito ha sbagliato tutto. Ha puntato su uomini che “non rappresentano il territorio e ha pescato fuori dal recinto dem penalizzando dirigenti e sindaci del Pd”. Parla senza ricorrere a perifrasi. Quasi come se l’intervista che ha concesso a Campania Notizie fosse un’imperdibile occasione per togliersi tutti i sassolini dalle scarpe.

Francesco Boccia e Vincenzo De Luca

“Boccia mi ha chiesto di votare per il Pd. Da uomo di partito non posso che dire “obbedisco”. Il mio voto e quello di mia moglie andranno sicuramente ai democratici. Sono disposto a giurarlo sui miei figli”. Facciamo notare a Oliviero che alle ultime regionali ha preso oltre 20mila preferenze, portare solo due voti al partito non è proprio il massimo. “Ripeto, è quello che mi ha chiesto Boccia. Mi ha detto, parole testuali, “devi votare per il Pd a prescindere”. E io seguirò alla lettera l’indicazione che mi ha dato il commissario regionale del partito. Voterò a prescindere per il Pd. Spero che Boccia apprezzerà che farò votare per il Pd anche mia moglie”. La posizione del presidente del consiglio regionale è limpida come la luce del sole: “Letta e Boccia mi hanno politicamente fatto fuori, ora dimostrassero di avere i consensi e di essere radicati sul territorio”, è in estrema sintesi l’Oliviero pensiero. Quando gli contestiamo il tema della territorialità dicendo che Stefano Graziano è espressione della provincia di Caserta, non ha caso ha ottenuto ben 18mila voti alle regionali, il capo del parlamentino campano taglia corto. “Va bene, sono d’accordo, vediamo che percentuale prende il partito. Tanto mancano pochi giorni. Risentiamoci il 26 settembre e tiriamo le somme. Gli elettori diranno se ho ragione io oppure Letta, Boccia e Graziano. La giustezza delle scelte politiche – aggiunge – va giudicata sulla base dei voti. Direttore, lei in un recente editoriale ha scritto che la matematica non è un’opinione. È verissimo. Aspettiamo l’esito matematico che uscirà dalle urne e poi facciamo i conti”. A proposito di conti. Oliviero ci racconta un retroscena delle trattative per la scelta del presidente della Provincia di Caserta. “Fui invitato a un incontro da “Mimì alla Ferrovia” a Napoli. Al tavolo c’eravamo io, Piero De Luca (figlio del governatore Vincenzo De Luca, ndr), Nello Mastursi, Stefano Graziano, Giovanni Zannini, Enzo Santangelo e Nicola Caputo. I commensali mi volevano convincere che l’elezione a presidente della Provincia sarebbe stato un bene per il Pd. Io dissi che non avrei mai sostenuto un nome di centrodestra. E aggiunsi che mi sarebbe stato bene qualsiasi altro candidato, però di estrazione di centrosinistra. Rimasi isolato. Io puntai sul sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra, loro su Giorgio Magliocca. Ora che il presidente della Provincia di Caserta è ritornato in Forza Italia e fa la campagna elettorale contro il centrosinistra chi paga il conto politico? Per correttezza, ci tengo a dire che il conto da “Mimì alla Ferrovia” lo pagò amabilmente Piero De Luca”. Lo stesso Piero De Luca, in preda probabilmente a uno sdoppiamento della personalità politica, il 20 novembre del 2021 incoronò all’Hotel Europa Antonio Mirra: “È il nostro candidato, la mia presenza qui è un segnale chiaro”, disse solennemente l’allora vicecapogruppo del Pd alla Camera, rimuovendo dalla memoria l’incontro di alcuni giorni prima da “Mimì alla Ferrovia” (foto in basso).

Gennaro Oliviero e Stefano Graziano

Evidentemente il conto non era salato. “Stavolta lo sarà”, dichiara Oliviero. Che aggiunge: “Per i candidati messi in campo dal partito e per gli errori politici sulla segreteria regionale il Pd uscirà dal voto non con le ossa rotte ma del tutto frantumate. È evidente a tutti che per colpa di Letta la partita alle politiche si gioca tra Fratelli d’Italia e 5 Stelle. Noi siamo completamente fuorigioco. Ma, sia chiaro, non perché non avessimo gli uomini e le donne in grado di competere con il centrodestra e i pentastellati, il motivo risiede nelle scelte dei nostri candidati, dettate da rapporti personali e totalmente slegate dal territorio”. Noi torniamo a bomba su Graziano. Presidente, ha toccato quota 18mila preferenze alle ultime regionali. Se non è stato eletto è perché si è trovato al centro della tempesta perfetta. “Direttore, mi dia retta – risponde Oliviero -, il 26 settembre leggerà i risultati elettorali definitivi e Graziano e i nostri altri candidati a Caserta porteranno il Pd sotto il 10%. E il sogno di Graziano di andare a Roma, sulla pelle di tutti e facendo di tutto, svanirà per sempre. A quel punto – conclude il capo dell’assemblea regionale – Mimì alla Ferrovia porterà il conto, salatissimo, a Letta, a Boccia e a De Luca senior e junior”. Poi Oliviero assicura: “A me non potrà essere imputato nulla, io e mia moglie voteremo Pd. Io sicuramente, su mia moglie non ci metto la mano sul fuoco”. Amen.

Mario De Michele

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