Finisce sulla scrivania dei magistrati il caso del palazzo di via Bachelet a Orta di Atella, dove vive il vicesindaco Vincenzo Tosti di Città Visibile. Nei giorni scorsi l’immobile fu oggetto di un blitz delle forze dell’ordine che avrebbero riscontrato una serie di gravi difformità edilizie. Un cittadino, che si è qualificato come il consigliere comunale Michele De Micco (ma a quanto ci risulta non è lui l’autore dello scritto) ha inviato alla procura Napoli Nord, al prefetto di Caserta, al responsabile del settore Urbanistica Teresa Ricciardiello e alla Dda di Napoli un esposto facendo seguito ad una precedente denuncia. Lo scritto è stato recapitato senza tracciamento postale anche alla redazione di Campania Notizie. Seppur non redatto da De Micco, l’esposto è talmente dettagliato da far pensare che l’autore sia perfettamente a conoscenza dei fatti. A suo avviso, come fa presente alle autorità competenti, bisogna procedere all’annullamento della variante del 30 aprile 2008 e non della concessione edilizia rilasciata per costruire il palazzo di via Bachelet, in quanto il titolo sarebbe illegittimo perché ottenuto attraverso artifizi e false rappresentazioni grafiche. Nell’esposto viene rimarcato come la cubatura massima eseguibile nel permesso di costruire n. 40/2006 sia stata totalmente eseguita nella concessione edilizia iniziale, mentre nella variante il planovolumetrico allegato avrebbe aumentato e falsificato i dati di volumetria massima eseguibile. Ci sarebbe di più. Le altezze dei sottotetti sarebbero state incrementate realizzando vere e proprie abitazioni senza avere cubatura disponibile. Il piano terra e l’ultimo piano sarebbero stati trasformati abusivamente in volumetrie abitabili. Poi risulterebbe una falsa rappresentazione grafica con tanto di dichiarazione in base alla quale via Bechelet, strada di lottizzazione abusiva, al momento della presentazione della variante sarebbe stata di proprietà comunale, acquisita con cessione volontaria o titolo espropriativo. In quest’ottica verrebbe meno il principio della ragionevolezza del termine di annullamento poiché le dichiarazioni false in variante (come la cessione della strada) hanno creato un danno economico all’ente in quanto il rifacimento della stessa ha gravato sulle casse comunali destinando fondi pubblici a un’area privata, non di interesse pubblico.

ONERI CONCESSORI IN MISURA RIDOTTA E DICHIARAZIONI MENDACI

Il principio della ragionevolezza verrebbe meno anche perché gli oneri concessori corrisposti in variante risulterebbero di gran lunga inferiori a quanto sarebbe stato versato in caso di eventuale art. 34 Dpr n. 380/01, ovvero sulla scorta del valore venale dell’immobile (e non oneri liquidati come normale variante). Nell’esposto inviato alla magistratura, al prefetto e al responsabile del settore Urbanistica, si fa presente che ai sensi della legge 241/90 art. 21 comma 2 bis il titolo di variante è stato ottenuto attraverso dichiarazioni false o mendaci, ovvero la dichiarazione del tecnico privato redattore della variante in base alla quale la strada sarebbe stata ceduta al Comune. Un altro abuso si sarebbe consumato con la dichiarazione della volumetria residua utilizzabile: il tecnico privato redattore della variante non avrebbe indicato la maggiore altezza del sottotetto. Il tutto sarebbe stato avallato dall’intestatario della domanda di variante della concessione edilizia n. 40/2006. Tali dichiarazioni, mendaci o false, – recita un passo dell’esposto – hanno arrecato un grave danno erariale all’ente sia in passato, vedi gli oneri concessori, che in tempi recenti, vedi il rifacimento di via Bachelet. La libera commerciabilità del bene avrebbe creato un indebito arricchimento nei riguardi dei detentori-fruitori del palazzo. Alla luce di quanto esposto, conclude il dettagliato scritto, sembra evidente che l’annullamento degli atti e l’acquisizione al demanio comunale siano la strada per limitare gli abusi perpetrati e perpetrabili. Non a caso in un provvedimento (allegato all’esposto) adottato dal settore Politiche del territorio del Comune di Orta di Atella si legge: “Una concessione edilizia in sanatoria arrivata dopo oltre 30 anni può sempre essere annullata, se l’Amministrazione che l’ha rilasciata identifica il titolo abilitativo come illegittimo. Lo conferma il Consiglio di Stato con la sentenza n. 1589/2022”.

IL PRIMO ESPOSTO SUL PALAZZO INCRIMINATO

Come detto all’inizio si tratta di un secondo esposto riguardante il palazzo al numero civico 8 di via Bachelet. Nel primo, sottoscritto da una persona che si qualifica come Michele De Micco (ma ribadiamo che non è lui il firmatario), sono stati denunciati alla procura Napoli Nord, al comando dei carabinieri di Orta di Atella, alla Prefettura di Caserta e alla Corte dei conti in particolare due episodi di presunto rilievo penale. L’attuale giunta comunale, si legge nella denuncia, ha deliberato nel mese di dicembre 2021 lo stanziamento di fondi statali indicando al caposettore Lavori pubblici il rifacimento totale di via Bachelet dove abita Vincenzo Tosti. Nell’esposto si mette in luce che il vicesindaco avrebbe partecipato alla seduta di giunta macchiandosi, a detta del denunciante, di abuso d’ufficio e danno erariale. Via Bachelet infatti sarebbe una strada privata e mai le amministrazioni precedenti o la terna commissariale avrebbero acquisito l’area al patrimonio comunale, né tantomeno ci sarebbe stato da parte dei residenti di via Bachelet la cessione bonaria all’ente locale.

PRESUNTE TANGENTI AD AMMINISTRATORI E TECNICI

Nel primo esposto si parla di presunte tangenti intascate dagli amministratori comunali e da tecnici dell’epoca. Il vicesindaco Tosti, si legge, ha un’abitazione in via Bachelet n. 8, al quarto piano, di 4 vani, intestata alla moglie Gerardina Caruso. L’atto, che sarebbe stato firmato dal notaio Ettore Sarluca, risale al 5 agosto del 2008. Anche in questo caso si puntualizza che la concessione edilizia per la realizzazione del palazzo è totalmente illegittima per una serie di possibili gravi irregolarità. Sarebbe stato costruito un piano in più rispetto all’altezza consentita in zona C2 dell’allora Prg. Inoltre non sarebbero state rispettate le distanze tra i fabbricati e sul lotto D1 costruito all’epoca in zona C2 era obbligatoria la lottizzazione preventiva. Il denunciante sostiene che sarebbe stato costruito il doppio della cubatura prevista dalla normativa tecnica di attuazione, con una scala che doveva essere aperta mentre sarebbe stata chiusa abusivamente. Al 4° piano e al piano rialzato erano previsti rispettivamente dei sottotetti e dei porticati ma gli stessi furono trasformati con una Dia (ad Orta di Atella sono “famose”) oppure con una variante falsa, firmata da un perito poi radiato dall’albo. Un sindaco, un assessore ai Lavori pubblici e un geometra dell’epoca si sarebbero divisi una mazzetta di 120mila euro. L’ex primo cittadino Angelo Brancaccio in questo caso non avrebbe preso una lira. Ma ovviamente i politici affaristi erano tutti brancacciani di ferro, componenti del “Sistema” che ha imperato in città per un ventennio. La ditta che effettuò i lavori definiti abusivi, attualmente ancora operativa, è di Giugliano. Secondo quanto contenuto nell’esposto, Tosti non sarebbe una vittima, ma avrebbe comprato consapevolmente il sottotetto (mansarda) irregolare in un enorme palazzo abusivo. Poco prima scattarono i primi arresti ad Orta di Atella, per cui tutti gli imprenditori svendevano per salvare il salvabile. Il presentatore dell’esposto definisce Tosti un finto buonista dalla doppia morale. E raccomanda alle autorità competenti di fare attenzione all’ing. Raffaele Villano, membro dell’Utc, perché non sarebbe attendibile come tecnico. Meglio rivolgersi a un tecnico di un altro paese. Questo è quanto riportato nei due esposti. Ripetiamo ancora una volta che non sono stati redatti dal consigliere Michele De Micco. Si tratta quindi di una denuncia anonima. Ma la domanda è un’altra: il contenuto è vero o è falso? Alle forze dell’ordine e ai magistrati l’ultima parola.

Mario De Michele

IL PROVVEDIMENTO DELL’UTC ALLEGATO NELL’ESPOSTO

LA CASA DI VIA BACHELET DEL VICESINDACO VINCENZO TOSTI

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