Di “cattive novelle”, natalizie e non, la storia amministrativa di Aversa era piena. Un’immensa biblioteca. Quella scritta oggi da Alfonso Golia è la più ignobile di tutte. Ogni strofa fa rima con melma. Nemmeno ai tempi del banditismo politico della prima Repubblica si è arrivati a questo schifo. Un sindaco che pur di restare in sella si posiziona ad angolo retto imbrattando d’un colpo tutte le promesse della campagna elettorale condotta sventolando la bandiera del cambiamento. Quattro consiglieri comunali di opposizione, Francesco Sagliocco, Olga Diana, Giovanni Innocenti e Roberto Romano, che riducono la sede istituzionale più importante della città al mercatino delle pulci. Un consigliere regionale, recordman mondiale di preferenze (è passato dalle circa duemila del primo mandato alle oltre 21 mila del secondo), tale Giovanni Zannini di Mondragone, che detta legge ad Aversa.

IL SINDACO IGNORA NENNI E ROVINA LE FESTE AL COLLEGA GUIDA DI CESA

A sinistra Alfonso Golia, a destra Giovanni Zannini

A un anno e mezzo dal voto nessun elettore di Golia, nemmeno quello con la mente più contorta, avrebbe immaginato che sostenendolo la città avrebbe vissuto i suoi anni più bui. Lui, il giovane farmacista con lo zainetto rosso, figlio di un uomo altruista e professionista irreprensibile come il pediatra Gennaro Golia, che si trasforma nel re dei ribaltoni. Che ordisce trame di palazzo. Che prende a calci la volontà popolare imbarcando nella sua maggioranza individui con i quali nessun elettore di centrosinistra vorrebbe aver a che fare. Ha fatto in fretta Golia a svestire i panni della pecorella per indossare quelli del lupo. Ci ha impiegato poco più di 20 giorni. Il 30 novembre è stato “sfiduciato” in assise sull’assestamento di bilancio. Il 23 dicembre si è “conquistato” la fiducia di ben 4 esponenti della minoranza che come se nulla fosse hanno trasformato il loro “no” in un indecente “sì”. Egregio sindaco, sinceri complimenti per il capolavoro politico. Circa 7 mesi fa avrebbe potuto giustificare l’allargamento della maggioranza ragionando su uno schema regionale. A quei tempi il suo fondoschiena non correva pericoli. “Io con i seguaci di Zannini? Mai, con quella gente!”, tuonò. Oggi per il bene della città, cioè per non andare a casa (dicasi per una cadrega), il predicatore Golia si è turato il naso. Il sindaco di Aversa è rimasto vittima della massima di Nenni: “In politica c’è sempre un puro più puro di te che ti epura”.

Non solo. Golia ha anche versato lacrime amare (poltrone e divani) per convincere “L’uomo di Mondragone”, per dirla con il primo cittadino di Cesa, il dem Enzo Guida, contro il quale il consigliere regionale andò a fare la guerra in casa sua appena 3 mesi fa, in occasione delle comunali, schierandosi con la lista capitanata dallo sconfitto Ernesto Ferrante. Guida è il compagno di Erika Alma, nei giorni scorsi nominata manu militari capogruppo consiliare del Pd dal segretario cittadino Francesco Gatto. In pratica pur di non mollare la presa Golia ha rovinato una famiglia. A Cesa Guida combatte, tra gli altri, contro Zannini e company, ad Aversa Alma è alleata con il team del presidente della commissione Ambiente. Immaginate il Natale in casa Guida. A tavola, Erika: “Però i seguaci di Zannini non sono poi così male”. Enzo: “Non mi nominare “L’uomo di Mondragone” che mi rovini le feste!”. Che inferno. A noi, ma si è capito ampiamente, il presepe di Aversa non ci piace.

I VOLTAGABBANA DISSETATI DA ZANNINI E LO ZEROSTELLATO ROMANO

Da sinistra Roberto Romano, Giovanni Innocenti, Olga Diana e Francesco Sagliocco

Tra i protagonisti di una strofa della cattiva novella scritta da Golia ci sono, come detto, Francesco Sagliocco, Olga Diana, Giovanni Innocenti e Roberto Romano. Qual è il loro tornaconto? Sagliocco, cioè suo padre Luciano, indicherà un assessore. Prospettiva rosea per l’intera comunità. Diana resterà Lega…ta a doppio filo alle poltrone di consigliere comunale e provinciale. Innocenti non fa testo perché già mangia nel piatto politico di Zannini presso il Consorzio Idrico. Decisamente deludente Romano. Ha preso in giro noi di Campania Notizie, ma passi. Si è beffato di tutti gli elettori pentastellati che lo votarono solo ed esclusivamente perché era il candidato sindaco della lista grillina. Il mandato politico e amministrativo di Romano era il più nitido di tutti: se vinci fai il sindaco, se perdi fai l’opposizione. Alla faccia della democrazia. È bastato un assessorato (indicherà un suo amico, forse un bancario) perché dalla bandiera del movimento cadessero tutte e 5 le stelle. Il suo comportamento è stato così scandaloso che per poco cadeva anche la stella cometa. Per il cambio di residenza c’è sempre tempo. Intanto, con una piccola forzatura delle norme anti-Covid, Golia ha aggiunto un posto a tavola per il cenone di Natale per “I quattro dell’Ave Maria”.

GIUNTA CHE VIENE, GIUNTA CHE VA: TESTE MOZZATE, RISCHIA ELENA CATERINO

Stefano Graziano ed Elena Caterino

Dopo cotanto ribrezzo l’ultima strofa della cattiva novella di Golia non dovrebbe stimolare troppi conati di vomito. E invece purtroppo al peggio non c’è mai fine. Per non essere disarcionato il primo cittadino ha firmato cambiali a destra e a manca. Tutte da riscuotere presso la banca della giunta comunale. I tre consiglieri di Zannini avranno un assessore, targato Sagliocco probabilmente. Un altro andrà allo zerostellato Romano. Le new entry della maggioranza sono servite. Resta da ricomporre il puzzle della “vecchia-nuova” maggioranza. Paolo Santulli, Eugenia D’Angelo, Francesco Forleo e Maurizio Danzi non ne fanno più parte. Bye bye agli assessori Eleonora Giovene di Girasole che ha lavorato bene e a Luisa Melillo che nessuno rimpiangerà. Ciro Tarantino più out che in. Anche lui tanto fumo, poco arrosto. Bisogna dare nell’esecutivo la giusta rappresentanza ai 4 fedelissimi “Goliardi” Pasquale Fiorenzano, Marco Girone, Vincenzo Angelino e Alma. Nessuno dei quattro si accollerà l’assessore Elena Caterino, che era in quota Danzi.

Dopo aver incassato indebitamente per oltre 6 mesi la doppia indennità di carica l’esponente della giunta ora rischia seriamente di non percepirne alcuna per prematuro defenestramento. L’unico che potrebbe aprire le reti di salvataggio è Stefano Graziano. Il “Signor Sottile” ha partecipato alla partita cittadina ma da politico di tutt’altro spessore rispetto al pragmatico Zannini non si è voluto sporcare le mani. Da lui però potrebbe dipendere il destino della Caterino, già componente del suo staff in Regione Campania. Graziano compirà questo gesto compassionevole? Beh, non è escluso. A Natale siamo tutti più buoni. Pure uno politicamente algido e impietoso come lui.   

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