È stato l’ex sindaco di Orta di Atella Angelo Brancaccio, già consigliere provinciale e regionale, a far arrestare un estorsore del clan dei Casalesi. In manette è finito Domenico Brancaccio, 29 anni di Caserta, catturato martedì scorso a Grazzanise dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Marcianise, in collaborazione con i militari dell’Arma di Orta di Atella, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Domenico Brancaccio è ritenuto dagli inquirenti un emissario del clan Caterino-Ferriero di Cesa. I fatti sono avvenuti a Succivo tra giugno e luglio. Domenico Brancaccio, figlio del noto pregiudicato Alessandro Brancaccio, alias “o Mucione”, va a fare “visita” ad Angelo Brancaccio a metà giugno presso il parco Acquatico Acqua Dream di Succivo, dove l’ex primo cittadino ortese presta servizio come direttore responsabile (è in affidamento al lavoro dopo aver scontato la condanna in carcere per 416 bis).

Angelo Brancaccio

Tra le prescrizioni imposte all’ex sindaco c’è quella categorica di non avere contatti con pregiudicati o persone vicine alle cosche. Domenico Brancaccio si presenta come “messaggero” degli “amici di Cesa” sostenendo di parlare a nome di Michele Cristofaro, fratello del famigerato Antonio Cristofaro, detto “o’ coccodrillo” perché soleva possedere in casa, quando era in libertà, un caimano utilizzato per minacciare imprenditori e commercianti taglieggiati. A nome del fratello di Tonino Cristofaro “o’ coccodrillo” Domenico Brancaccio pretende da Angelo Brancaccio un “regalo” di 5mila euro. Per non assecondare la richiesta estorsiva e guadagnare tempo l’ex sindaco di Orta di Atella gli dice di tornare a fine giugno per aver la possibilità di munirsi della somma. Appena l’emissario del clan se ne va, Angelo Brancaccio si precipita dai carabinieri di Orta di Atella per sporgere denuncia. Immediatamente scattano le indagini con pedinamenti, appostamenti e intercettazioni ambientali e video. Le accuse dell’ex primo cittadino ortese trovano riscontri oggettivi. E l’attività di indagine viene intensificata. Verso metà luglio Domenico Brancaccio fa di nuovo tappa all’Acqua Dream per riscuotere la tangente. L’ex sindaco della città atellana chiede altro tempo adducendo scuse legate al difficile momento economico. Nel frattempo gli investigatori avevano collocato le attrezzature necessarie per riprendere la conversazione tra i due. Grazie alle intercettazioni ambientali e video gli inquirenti accertano che l’estorsore prova a intimidire Angelo Brancaccio affermando di aver ricevuto una telefonata dal carcere da Tonino di Cesa, cioè Antonio Cristofaro “o’ coccodrillo”, che gli avrebbe detto di andare a chiedere una tangente di 5mila euro alle piscine di Succivo. Lo scorso 13 settembre a conclusione delle indagini i carabinieri del Nor di Marcianise hanno arrestato il 29enne Domenico Brancaccio con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Mario De Michele

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui