Oggi è il ‘Giorno della Memoria’. Istituito affinché nessuno dimentichi. Ed anche, aggiungo, affinché nessuno possa più negare, come pure vergognosamente, di tanto in tanto avviene. Solo poche parole vogliamo spendere oggi, per il resto bastano gli agghiaccianti dati che riportiamo di seguito. Per chi averso voglia e tempo per approfondire, non ha che da mettersi sul web: foto, numeri, testimonianze dei superstiti che, per fortuna, ancora restano, non mancano di certo. I dati che riportiamo di seguito sono del noto biografo Claudio Sommaruga ex militare, quella dei nostri militari e dei nostri lavoratori in Germania è una pagina che andrebbe ancora molto approfondita, e deportato nei lager nazisti. Dati riportati, unitamente ad un’altra infinità di dati, sulla pagina web del professor Giancarlo Restelli, “Restelli Storia”, che alla Giornata della Memoria sta dedicando i propri studi e la propria vita. Ecco i dati che dovremmo sempre tener presente, per ricordare che al peggio ci si debba sempre opporre, perché al peggio non c’è mai fine. Nonostante tutto, teniamoci ben stretti questi nostri giorni, sia pur non risparmiando sforzo alcuno per tentare di renderli migliori.

900.000 gli italiani deportati durante la Seconda guerra mondiale.

650.000 furono prigionieri di guerra disarmati dai tedeschi nei giorni successivi all’8 settembre del ’43. Gli IMI, gli internati militari italiani.

 – 100.000 furono gli operai inviati in Germania prima del ’43, quasi volontari attirati dagli stipendi più alti, che si ritrovarono poi tragicamente prigionieri.

120.000 i lavoratori italiani che emigrarono in Germania dopo l’8 settembre del ‘43, rastrellati dalle stesse autorità e finiti nei ‘Campi di lavoro’, che non potevano nemmeno essere controllati in virtù delle convenzioni dell’epoca.

23.000 i deportati “politici”, più di 10.000, il 40% circa, perse la vita nei ‘Campi di concentramento’ controllati dalle SS)

 – 6800 circa le donne italiane finite in un lager nazista, di cui 4.217 di origine ebraica

8500 gli italiani di origine ebraica, e perfettamente integrati, deportati dopo l’8 settembre ’43, in prevalenza, ad Auschwitz. Tra questi 900 erano bambini. Sopravvissero solo 1000 persone.

Quando fu annunciato l’armistizio con gli anglo-americani, il nuovo Capo del Governo Badoglio diede l’annuncio senza che moltissimi militari ne fossero alcorrente. “Le forze armate italiane cesseranno qualunque ostilità contro gli angloamericani ma reagiranno a eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”.

– Su 80 divisioni italiane combatterono solo una decina. Una cinquantina furono, quindi, subito disarmate dai tedeschi ma anche dagli angloamericani.

La confusione tra i nostri soldati regnava sovrana, e non a caso sul ‘Restelli Storia’ si fa riferimento al film “Tutti a casa” quando il tenente Sordi, allorquando si era ritrovato a dover affrontare una irruzione dei tedeschi nella sua caserma, telefona al colonnello: “Signor colonnello, è accaduta una cosa grave: i tedeschi si sono alleati con gli americani”.

– Cefalonia si combattè e fu una carneficina: 5000 soldati italiani fucilati, in molti casi avevano deposto le armi perché convinti che la guerra fosse, finalmente, finita. Moltissimi dei nostri 3.700.000 soldati erano allo sbando.

– Dopo l’8 settembre 430mila soldati italiani furono catturati dai tedeschi nei Balcani o sulle varie isole, 416mila nell’Italia settentrionale e 102mila a Roma e nel Sud. Quasi 60mila furono catturati in Francia: 1 milione di soldati nelle mani dei tedeschi. Poco meno di 200 mila riuscirono a fuggire.

Ai restanti  800mila fu posta la scelta:

– restare nei campi tedeschi

– tornare in Italia sotto Salò

–  arruolarsi nelle SS o nella Wehmacht

–  L’80 per cento scelse la prigionia

– Almeno 42mila morirono nei campi vittime della fame, del lavoro che poteva arrivare a 100 ore settimanali, delle malattie.

13mila morirono nei trasporti via mare

6300 fucilati

5400 morti nel fronte orientale. In totale i morti furono circa 70mila.

– Razzia nel ghetto di Roma del 16 ottobre del ’43: vennero prelevate dalle loro case 1.023 ebrei e dopo la guerra ne tornarono 17.

– Arrivati ad Auschwitz il 23 ottobre l’89% degli ebrei di Roma andò subito in gas: solo 149 uomini e 47 donne entrarono nel lager.

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