Colpita e affondata. Salvatore Lettera ha mandato in frantumi l’imbarcazione di Speranza Belardo nella battaglia navale scoppiata durante la prima riunione della commissione d’inchiesta istituita dal consiglio comunale di Sant’Arpino per approfondire le questioni sospette riguardanti il collettore fognario e il terreno in via Pascoli confinante con gli edifici pubblici. L’esponente della giunta griffata Dell’Aversana ha impedito che il consigliere di opposizione fosse nominato vicepresidente dell’importante organismo di controllo. Sull’assegnazione del ruolo di presidente all’assessore Ernesto Di Serio tutto è filato liscio. Poi è stato un susseguirsi di cannonate non appena la minoranza ha proposto la Belardo come vice del timoniere della commissione, formata anche da Pina Dreia (maggioranza) e Mimmo Iovinella (minoranza). Senza un attimo di esitazione l’assessore Lettera ha lanciato un colpo perforante che ha trafitto l’aspirante vicepresidente. “Mi oppongo alla nomina per motivi politici ed etici”, ha tuonato il componente dell’esecutivo.

La Belardo ha cercato di controbattere ma le sue palle di cannone a malapena sono fuoriuscite dalla canna producendo impercettibili schizzetti d’acqua. Dal cannone di Lettera invece sono partite bordate devastanti. Una batteria di colpi che ha stordito anche i membri della maggioranza colti di sorpresa dalla mossa di Lettera. Come sempre in soccorso della Berlardo è andato Mimmo Iovinella, impeccabile galantuomo. Missione fallita. Pure lui non è riuscito a schivare i siluri dell’assessore alle Politiche sociali e alla 328. A quel punto il nome della Belardo è stato bocciato anche dagli altri componenti della maggioranza. Al termine della battaglia la nave dell’opposizione ha dovuto battere in ritirata ripiegando su Iovinella come vicepresidente della commissione d’inchiesta. Il niet di Lettera alla Belardo non è scaturito da motivazioni di ordine personalistico come invece si ostinava a ripetere l’esponente della minoranza. Tutt’altro. Lo scorso 5 agosto il primo cittadino Giuseppe Dell’Aversana ha adottato un’ordinanza urgente “per ragioni di sicurezza, igiene e sanità pubblica”. Il provvedimento sindacale si è reso necessario per la presenza nella parte anteriore dell’azienda di Salvatore Guarino, marito di Speranza Belardo, di rifiuti speciali e pericolosi, tra cui pneumatici, auto in disuso, cumuli di cassette di plastica, erbacce. Insomma l’area, destinata ad allevamento di mucche e a vendita di vino e frutta, versava in un complessivo stato di abbandono come rilevato da un dettagliato sopralluogo dell’Asl. Del resto le foto in basso dicono più di tante parole. Giustamente il sindaco ha disposto la rimozione di tutto il materiale depositato nelle zone evidenziate nel verbale dell’Asl e nell’ordinanza. Si potrebbe dire: tra gli obblighi di un consigliere comunale c’è quello di controllare se il marito svolge correttamente la propria attività lavorativa? Domanda legittima e condivisibile. Ma è parimenti legittimo e condivisibile un altro quesito: tra gli obblighi di un consigliere comunale c’è quello di controllare se dove abita (lei stessa) vengono sversati rifiuti speciali e pericolosi? Assolutamente sì.

Ed è questo il tema politico posto da Salvatore Lettera. Sarebbe stato opportuno che un consigliere comunale, per di più già componente della commissione Trasparenza, fosse stata nominata vicepresidente della commissione d’inchiesta nonostante non si sia mai accorta (vogliamo essere buoni) di avere una sorta di discarica abusiva in casa sua? Anche un infante capirebbe che la questione posta da Salvatore Lettera è di natura politico-amministrativa. Nulla di personale. Anzi un atto dovuto. Non per Speranza Belardo che, come se nulla fosse, voleva ottenere la vicepresidenza della commissione. Non solo. Da smemorata cronica dieci giorni fa ha sottoscritto, con Iolanda Boerio, Rosaria Coppola, Maria Rosaria Di Santo e Iovinella, un documento contro Dell’Aversana e company, udite udite, sullo “stato pietoso delle strade”.

Da applausi a scena aperta le accuse sul degrado della città. “Le aree periferiche del nostro amato paese – si legge nel documento dell’opposizione – sono invase da discariche abusive (più volte segnalate dalle varie associazioni presenti sul territorio), e la risposta? Silenzio tombale, tanto non ci sono soldi e noi non ci fermiamo mai”.

Tanto di cappello alla Belardo per la magnifica interpretazione. Ma alla luce del degrado accertato dentro casa sua ci viene da dire: se l’amministrazione comunale è muta, lei è cieca?

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