Quello del sindaco, soprattutto in tempo di Covid, è tra i mestieri più difficili al mondo. Va detto in premessa. I margini di errore sono ampi mentre il lusso di sbagliare non è affatto consentito. Però alcuni paletti fermi vanno ben piantati nel terreno altrimenti si corre il serio rischio che ai cittadini arrivino messaggi pericolosi. È il caso di Enzo Guida. Il sindaco di Cesa, che è un valente avvocato penalista, ha accettato l’incarico di difendere due persone arrestate nell’ambito della maxi operazione nei confronti di 38 indagati per reati di associazione a delinquere finalizzata a traffico e spaccio di droga. Il Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare a carico di Pasqualina Zacchia e ha disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per Marcello Puca, che era agli arresti domiciliari.

Lo scorso 20 ottobre il gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda di Napoli, dispose 31 misure cautelari in carcere e 7 agli arresti domiciliari. L’accusa era di aver messo in atto una associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nei territori dei comuni casertani di Marcianise, Orta di Atella, Gricignano di Aversa, Sant’Arpino, Succivo e Cesa. Le indagini, condotte dal settembre 2017 al luglio 2018 e basate su intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione controllo e pedinamento, sequestri di “riscontro”, hanno squarciato il velo su un’organizzazione criminale che traeva ingenti profitti illeciti dallo spaccio di sostanze stupefacenti. Il blitz delle forze dell’ordine e la proficua attività inquirente sono stati accolti con enorme apprezzamento dalla collettività perché i gruppi legati al traffico di droga avevano il predominio su intere fette del territorio con gravi conseguenze soprattutto per gli adolescenti. Fin qui tutto alla perfezione.

Una nota stonata è rappresentata dall’incarico legale accettato da Guida. Per carità, tutto legittimo e irrefutabile sul piano giuridico. Ma altrettanto inopportuno in ambito politico-amministrativo. Pur difendendo fino alla morte i principi della presunzione d’innocenza e del diritto alla difesa – cardini della nostra Costituzione – siamo altrettanto convinti che in taluni casi chi ricopre il ruolo di sindaco debba per motivi di opportunità non prendere parte in dispute legali, ancor di più se si tratta di un’inchiesta supportata da quintali di prove e riscontri oggettivi. A scanso di equivoci gli arrestati di Cesa hanno avversato Guida alle comunali di settembre (erano ancora a piede libero). Lo si può affermare senza tema di smentita sia perché vox populi vox Dei sia perché ci sono migliaia di testimoni pronti a dire che alle amministrative non erano sostenitori della coalizione di centrosinistra.

Il nodo è un altro. Chi indossa la fascia tricolore ha oneri ed onori. I primi prevalgono sui secondi. Non c’è dubbio. Ma lo si sa al momento della candidatura a sindaco. Per il tanto tempo che serve a guidare un Comune sono inevitabili le ripercussioni negative sulla carriera professionale con un rallentamento del proprio percorso e una riduzione del reddito. Va messo nel conto. Basta un esempio generale per suffragare la nostra posizione. Il Comune adotta un’ordinanza. I destinatari impugnano il provvedimento. Il sindaco li assiste sul piano giudiziario. Quanto meno tutti si chiederebbero: com’è possibile? Sulla buonafede e la chiara scelta di campo di Enzo Guida non nutriamo dubbi. Però il primo cittadino di Cesa in questa vicenda ha steccato. Se glielo diciamo noi che siamo sempre fuori dal coro può crederci.

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