Quarantuno anni fa, era la sera del 23 novembre 1980, molte zone della Campania e Basilicata vennero letteralmente s una tremenda scossa di terremoto: decimo grado della scala Mercalli, decimo grado su dodici. Bilancio terrificante: 2914 morti, 8848 feriti, circa 300mila sfollati. Giorni e giorni passati a scavare. Con ogni mezzo e in ogni posto fosse necessario. Tanti morti, una vera e propria catastrofe, al punto che ad un certo momento fu necessario utilizzare calce viva per evitare che i processi di decomposizione rendessero impossibile il lavoro dei soccorritori. A distanza di 41 anni il ricordo è ancora vivo. Giovane cronista, io allora, di una radio casertana, ricordo il momento esatto in cui una squadra di soccorso, da noi equipaggiata, partì per Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi e zone circostanti. E ricordo il ponte radio messo in piedi con molte delle zone colpite, su consiglio di Umberto Bassi, l’allora direttore di una delle prime emittenti televisive provinciali: Telecaserta. Tante le richieste di notizie da parte di parenti ed amici di persone delle quali non si avevano più notizie: dal medico che lavorava nell’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi, allo zio che aveva avuto la casa distrutta. Furono rare le volte in ci capitò di dare qualche buona notizia. E a distanza di 41 anni, oltre quattro decenni, la cosa che ancora colpisce sono le ferite non rimarginate. Parliano soprattutto della ricostruzione. Non c’è comune, furono 506 quelli che riportarono danni, che non porti ancora i segni di quel terremoto: il palazzo crollato, quello murato e persino, sembra incredibile, la presenza di containers utilizzati allora quale rimedio assolutamente temporaneo. In qualche comune l’opera di rimozione è iniziata soltanto ad inizio anno. E proprio quest’anno sono stati stanziati altri 100 milioni di euro per la ricostruzione. Una ricostruzione che in tanti non vedranno mai, in molti casi è un privilegio destinato alle future generazione. Sempreché non si intenda battere addirittura il record di Messina, dove tanto è stato ovviamente fatto ma ancora ci sono i segni del terrible terremoto del 1908.

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