Erano definiti le “spie per il pizzo” poiché, stando alle accuse, attraverso le loro aziende raccoglievano i soldi da versare a titolo di estorsione al clan Belforte di Marcianise (Caserta), ed in più organizzavano incontri tra gli imprenditori estorti e gli appartenenti alla cosca. E così a carico di due fratelli imprenditori, sono scattati sequestri di beni per oltre 30 milioni di euro tra case di lusso sulla Costiera amalfitana e auto come Ferrari e Porsche, e la sottoposizione delle loro aziende all’amministrazione giudiziaria. I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – sezione misure di prevenzione – e sono stati eseguiti dalla Polizia di Stato (Divisione Anticrimine della Questura di Caserta) in collaborazione con il personale della Dia e della Guardia di Finanza di Caserta; a proporli il Direttore della Direzione Investigativa Antimafia e il Questore di Caserta. Era stata la Polizia di Stato – Squadra Mobile della Questura di Caserta – ad indagare sui due fratelli nel 2014, ed uno dei due era stato poi condannato sia in primo grado che in appello con sentenza diventata definitiva nel 2018, a 5 anni e 5 mesi di carcere.

BENI SOTTOPOSTI A SEQUESTRO DALLA DIA E DALLA FINANZA

Ecco i beni sottoposti sequestro: 3 società e 75 immobili nelle province di Caserta, Benevento, Salerno, L’Aquila e Parma (18 terreni, 18 abitazioni, 2 opifici industriali, 36 garage-magazzini ed 1 multiproprietà in costiera amalfitana), oltre a 99 conti correnti, cinque auto tra cui una Ferrari e una Porsche, tre barche e due camion. Disposta l’amministrazione giudiziaria per il periodo di un anno delle 6 aziende che fanno capo a uno dei due fratelli.

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