Che Alfonso Golia imboccando il sentiero mercantile per restare in sella abbia fatto un errore politico imperdonabile non è nemmeno più oggetto di dibattito. La pesca di frodo nei banchi dell’opposizione, con i consiglieri Giovanni Innocenti, Olga Diana, Francesco Sagliocco e Roberto Romano che, grazie al placet di Giovanni Zannini, hanno volentieri abboccato al lamo, ha fortemente indebolito la posizione e l’immagine del sindaco di Aversa. D’un colpo lo slogan del “Cambiamento” è stato appallottolato e gettato nel cestino lasciando spazio al ribaltonismo di vecchia scuola. Detto questo, ora Golia ha l’obbligo di dimostrare che non si è posto a capo di un’operazione meramente di palazzo. Il banco di prova sarà il riassetto della giunta. Questione spinosa e al contempo decisiva per le sorti dell’amministrazione e soprattutto della città normanna. In oltre un anno e messo l’esecutivo ha fatto acqua da tutte le parti. Un fallimento riconducibile direttamente al primo cittadino. Fu lui a “imporre” la giunta tecnica. Fu lui a scegliere gli assessori. Ha azzeccato un solo nome, quello di Benedetto Zoccola, garanzia di legalità e trasparenza. Tutti gli altri membri della squadra di governo non hanno nemmeno sfiorato la sufficienza. Qualcuno come Luisa Melillo si è “guadagnata” una secca bocciatura mostrando un’effervescenza imbarazzante. Oggi Golia è come la Juve. Ha finito tutti i bonus. Non può consentirsi di perdere nemmeno un punto, altrimenti gli sarà assegnato lo Scudetto di peggior sindaco della storia amministrativa di Aversa.

LE PRETESE DI ALMA, ANGELINO, FIORENZANO E GIRONE

Marco Girone, Pasquale Fiorenzano, Erika Alma e Vincenzo Angelino

La Fase 2, per essere realmente tale, dovrà passare sotto le Forche Caudine di una nuova giunta composta da persone veramente all’altezza del compito, individuate per competenza e capacità e non sulla scorta del manuale Cencelli. La strada è tutta in salita. Ribadiamo, repetita iuvant, per colpa principalmente dello stesso Golia. Ma spetta a lui uscire dal cul de sac in cui si è infilato quando ha aperto i battenti agli uomini del consigliere regionale Zannini e allo zerostellato Romano.  L’unica exit strategy passa per la formazione di un esecutivo in grado di dare risposte ai problemi della gente. Il sindaco avrà la forza e il coraggio di indicare un punto di caduta della crisi che vada oltre la logica delle poltrone? Gli ultimi segnali sono tutt’altro che incoraggianti. Tra i fedelissimi di Golia, fino a ieri pronti a sacrificare la propria vita per il primo cittadino (bla, bla, bla), stanno emergendo le prime crepe. E soprattutto si stanno delineando le vere finalità pseudo-politiche dei consiglieri comunali di maggioranza. I quattro moschettieri Erika Alma, Vincenzo Angelino, Marco Girone e Pasquale Fiorenzano (i primi due del Pd, entrambi di Cesa, i secondi eletti nella lista Obiettivo Aversa) hanno estratto i fioretti dal fodero e sotto sotto stanno punzecchiando il sindaco. Per adesso non hanno affondato il colpo. Ma se il loro appetito politico non sarà saziato sferreranno la stoccata.

Alfonso Golia e Marco Villano

Cosa pretendono? Un assessorato. Chi è il loro cavallo? Marco Villano. Per carità, è un cavallo di razza. Il migliore della scuderia di Stefano Graziano. Un giovane espertissimo e molto scaltro, quasi luciferino. Dotato di rarissime capacità di mediazione, Villano è tra i più dorotei del panorama politico mondiale. È in grado di dialogare con la serenità dei tibetani con gli esponenti di tutto l’arco costituzionale. Un esempio clamoroso? Riesce ad avere buoni rapporti addirittura con l’ex sindaco di Casaluce Rany Pagano. Insomma, Marco Villano ha davvero stomaco. Ma in questa fase politico-amministrativa il suo punto di forza rappresenta anche un punto di debolezza. Aversa ha bisogno di scelte nette. E Golia ha l’impellenza di recuperare credito. Un gran manovratore come Villano, che i maligni dipingono come un finto amico del sindaco, rischia di far finire ancor di più l’amministrazione nelle sabbie mobili. Anche perché Graziano, che finora è stato alla finestra, non consentirà a Zannini di essere determinante. Già si è allargato troppo.

LA PARTITA SI GIOCA ANCHE A LIVELLO SOVRACOMUNALE

Che Villano possa essere un elemento di disturbo si deduce dal fatto che Alma, Angelino, Girone e Fiorenzano spingono per fargli incassare la delega alle Politiche sociali. Perché? Per svolgere un ruolo di primo piano all’interno dell’Ambito socio-sanitario C6, di cui Aversa è capofila. Uno scenario del genere avrebbe ripercussioni nefaste. Si rafforzerebbe l’asse tra i Comuni di Casaluce e Cesa. Il primo non mai ha digerito di aver perso il timone del C6 dopo una gestione decennale disastrosa. Il secondo, con l’arrembante sindaco Enzo Guida, è giunto addirittura a chiedere la decapitazione di Golia. Senza alcun fondamento giuridico (menomale che è avvocato), il primo cittadino cesano pretende l’annullamento del concorso per la scelta del nuovo coordinatore dell’Ambito. Guarda caso Guida e Alma sono compagni, non solo di partito ma anche di vita. Allarme rosso. Lo ha compreso anche il sindaco di Aversa. Golia, sulla cui onestà non abbiamo mai dubitato, non vuole che sulla gestione dell’Ambito si addensino altre nuvole. Per le Politiche sociali ha in mente due nomi. Quelli di Adele D’Angelo e Stefano Di Foggia. Quest’ultimo è direttore per i problemi sociali e del lavoro presso la Diocesi di Aversa. La D’Angelo, legata al senatore Lucio Romano, un galantuomo di specchiata moralità, è donna di cultura, oltre che molto perbene. Da anticlericali preferiamo Adele D’Angelo, a dirla tutta.

Un altro nome che calzerebbe a pennello è quello del vicesindaco Zoccola. Dopo le dimissioni dell’assessore alle Politiche sociali Ciro Tarantino, ha partecipato lui alle riunioni del tavolo istituzionale. E le cose sono andate subito nel verso giusto. Nel senso che ha raffreddato immediatamente i bollori di qualche amministratore locale spregiudicato. Ecco, se il nuovo delegato alla 328 sarà uno tra Zoccola, D’Angelo e Di Foggia allora Golia avrà messo un primo tassello per far partire la Fase 2. Se subirà il nome di Marco Villano vorrà dire che la maggioranza camminerà a passo di gambero. In tal caso meglio il voto anticipato. Per il bene di tutti. Soprattutto degli aversani.  

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