Da che mondo è mondo il consiglio comunale è l’organo sovrano per consentire il dibattito democratico tra maggioranza e opposizione. Non la pensa così il sindaco di Sant’Arpino Ernesto Di Mattia che manu militari ha impedito il confronto nell’assise di insediamento della nuova amministrazione. Pomo della discordia le dimissioni lampo dell’assessore Ernesto Di Serio per l’incompatibilità nell’esecutivo a causa della sua parentela con il primo cittadino. Tra i due intercorre un rapporto di parentela di terzo grado Di Mattia è zio di Di Serio). In base all’art. 64 del Tuel solo gli affini fino al quarto grado possono far parte della stessa giunta. “Una volta che mi sono reso conto dell’incompatibilità – afferma Di Serio – ho protocollato le mie dimissioni da assessore il 20 ottobre scorso. Non abbiamo fatto una bella figura ma l’importante è che abbiamo ripristinato subito la legalità”. Al suo posto in giunta è entrato Gennaro Capasso, mentre Di Serio sarà il capogruppo della maggioranza. Di parere opposto il consigliere di minoranza Salvatore Lettera che, assieme a Iolanda Boerio, aveva inviato un quesito in Prefettura per sollevare l’incompatibilità di Di Serio (clicca qui). La risposta è arrivata proprio nella giornata del civico consesso. L’Ufficio territoriale di Governo ha dato ragione ai due esponenti di Progetto per Sant’Arpino (clicca qui).

“La verità – afferma Lettera – è negli atti che abbiamo protocollato. Di Serio si è dimesso solo dopo l’esito del quesito rivolto alla Prefettura. Il sindaco mi ha tolto la parola in assise proprio per impedirmi di dire come sono andate le cose per mascherare l’illegittimità commessa. Un atteggiamento davvero inaccettabile. Sia chiaro, qualsiasi tentativo di mettermi il bavaglio andrà a vuoto”. In effetti durante la seduta consiliare Di Mattia, con toni sopra le righe, ha di fatto tolto la parola a Lettera che voleva intervenire per spiegare l’accaduto (video in basso).  La vicenda non finisce qui. Durante i dieci giorni di assessorato Di Serio ha sottoscritto, pur non potendo far parte dell’esecutivo, una serie di delibere, che ora rischiano di essere annullate. Insomma gli atti dicono che Lettera e Boerio hanno pienamente ragione. Il sindaco Di Mattia avrebbe dovuto ammettere l’errore invece che contrattaccare. Anche perché nel decreto di nomina lui stesso, oltre a Di Serio, dischiara che non vi erano cause di incompatibilità. Insomma le critiche sono più che legittime. E gli sviluppi potrebbero essere più clamorosi del previsto. Un consiglio al primo cittadino: non trasformi l’assise (che sarà presieduto da Ivana Tinto) in un organo di regime. Lettera è stato il più votato in assoluto alle ultime comunali ha il diritto di parola. È la democrazia, bellezza.

Mario De Michele

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