Nella partita dei capigruppo di Camera e Senato vincono le riconferme. Fratelli d’Italia, Lega e Pd hanno lasciato la carica agli uscenti. Il partito di Giorgia Meloni ha rieletto al Senato Luca Ciriani mentre alla Camera resta Francesco Lollobrigida. Rimangono al loro posto anche i leghisti Massimiliano Romeo (a Palazzo Madama) e Riccardo Molinari (a Montecitorio). Il Partito democratico ha ridato fiducia al Senato a Simona Malpezzi e alla Camera a Debora Serracchiani. Novità in Forza Italia: Alessandro Cattaneo sarà capogruppo alla Camera, mentre la discussa Licia Ronzulli guiderà i senatori azzurri. Al Senato il M5S punta su Barbara Floridia, che sostituisce Mariolina Castellone e su Francesco Silvestri a Montecitorio. Nel Terzo Polo un capogruppo a testa tra Renzi e Calenda: Raffaella Paita (Italia Viva) al Senato e Matteo Richetti (Azione) alla Camera. Il gruppo misto ha eletto come capogruppo al Senato Peppe De Cristofaro di Verdi-Sinistra italiana, mentre alla Camera è stato designato Manfred Schullian (Sűdtiroler Volkspartei). Chiusa la partita dei capigruppo, oggi pomeriggio (mercoledì 19 ottobre) toccherà alle assemblee di Camera e Senato eleggere i rispettivi uffici di presidenza. In ballo ci sono poltrone pesanti: quattro vicepresidenze a Palazzo Madama e altrettante a Montecitorio; più tre posti da questore e otto da segretario d’aula per ciascun ramo del Parlamento. In quota Pd Anna Ascani sarà vicepresidente alla Camera e Anna Rossomando al Senato, a completamento del poker di donne voluto da Letta (con Debora Serracchiani e Simona Malpezzi capigruppo di Camera e Senato). Il M5S ha invece fatto sapere che stamattina metterà ai voti la sua rosa: per la vicepresidenza di Palazzo Madama la più accreditata è Mariolina Castellone, per Montecitorio si fanno i nomi dell’ex sottosegretaria Alessandra Todde e dell’ex ministro Sergio Costa, nome di alto profilo che sarebbe un eccellente vicepresidente. Qualche chance alla Camera anche per Agostino Santillo, senatore uscente. La “combine” Pd-MS5, come l’ha definita il Terzo Polo, non è andata giù a Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ha risposto a stretto giro Letta Facendo infuriare Letta, che nell’assemblea dei senatori accusa Renzi e Calenda di fare “provocazioni continue e attacchi insopportabili”. Ma Azione ribatte con Enrico Costa: “Pd e M5S si sono messi d’accordo per farci fuori, una logica spartitoria che fa a pugni con la rappresentanza di tutte le opposizioni”. Tra Pd e Terzo Polo c’è una distanza siderale. Litigano su tutto. Peggio che Meloni, Berlusconi e Salvini. Ma quelli devono formare il nuovo governo, ci sta che siano in fibrillazione. Mentre una minoranza in perenne conflitto non fa altro che avvantaggiare il centrodestra. Contenti loro…
Mario De Michele

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