Trionfa il “Sì” al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Quando mancano ormai pochi seggi da scrutinare, l’esito è schiacciante: il “Sì” ha raccolto quasi il 70% dei consensi, mentre il “No” è rimasto fermo a poco più del 30%. Affluenza al 53,84% (non era richiesto il quorum). In Campania il “Sì” ha addirittura superato il 77%. Con la vittoria del “Sì” viene quindi confermato il testo della legge costituzionale sulle modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, approvato dal parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dello scorso 12 ottobre 2019.

Cosa prevedeva il referendum

Gli elettori italiani sono stati chiamati a esprimersi sulla riforma della legge sulla riduzione del numero dei parlamentari: da 630 a 400 alla Camera, da 315 a 200 al Senato da 315 a 200 eletti. Con una riduzione del 36,5% sul numero di presenze. Meno parlamentari significa anche che ogni membro del parlamento italiano rappresenterà più elettori. Ovvero, il rapporto numerico tra eletti e votanti cresce. Questo taglio avrà un impatto anche sui numeri necessari a eleggere il presidente della Repubblica: la maggioranza qualificata – necessaria per eleggere il capo dello Stato nei primi tre scrutini – passerà da 673 grandi elettori a 439. Quella assoluta – dal quarto scrutinio in poi – scenderà da 505 a 330.

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