Toccatemi tutto ma non la mia indennità di carica. L’ultimo consiglio comunale di Orta è sintetizzabile parafrasando il noto spot di un orologio. Seppur con i soliti numeri risicatissimi gli esponenti della maggioranza hanno difeso con i denti il lauto stipendio percepito mensilmente per l’esercizio dell’attività amministrativa. Per un solo voto (9-8) è stata bocciata la mozione presentata dall’opposizione per la riduzione del 50% delle indennità di funzione di sindaco, assessori e presidente dell’assise, e dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Con il possibile consistente risparmio di denaro pubblico la minoranza ha proposto l’istituzione di un capitolo di spesa per favorire l’inclusione sociale dei ragazzi diversamente abili con iniziative e manifestazioni orientate alla sensibilità di tali tematiche. In totale primo cittadino, esecutivo e timoniere del civico consesso gravano sulle casse dell’ente per ben 134.516 euro annui. Per l’intera durata del mandato la cifra ammonta complessivamente addirittura a 700mila euro. Cifre stellari e inaccettabili per un Comune che versa in condizioni finanziarie disastrose. Da qui la lodevole proposta della minoranza. Che però è rimasta lettera morta per la ferma contrarietà del centrosinistra. In quota Democratici e Riformisti hanno votato “no” i consiglieri Michele Di Micco, (capogruppo), Antonino Santillo, Annalisa Cinquegrana, Franco Tessitore e Luca Mozzillo. Per conto di Città Visibile hanno bocciato la proposta di decurtazione Luigi Mozzillo (capogruppo), Giovanni Moccia e Mariano Indaco. Determinante per non far passare la mozione il voto del sindaco Vincenzo Gaudino. Hanno votato a favore del taglio dello stipendio il presidente dell’assise Antonio Carbisiero (che merita un pauso per la coerenza) e Maria Di Pietro (capogruppo), entrambi di Orta in Movimento. Per Alternativa per Orta hanno detto “sì” Giovanna Migliore (capogruppo) e Raffaele Lampano. Stessa linea seguita da Noi Orta Viva per il tramite di Pasquale Lamberti (capogruppo) e Maria Iovine. Anche Gianfranco Arena (Moderati) e Tonino Russo (Agire) hanno dato l’ok alla mozione. Insomma “nuova” maggioranza compatta per il “niet” e minoranza granitica a sostegno della proposta. Ancora una volta, com’è avvenuto per il bilancio di previsione, la mano alzata da Gaudino ha consentito alla squadra di governo di non andare sotto in consiglio. E così ha blindato le indennità di carica. Gaudino intasca 3.396,88 euro al mese. Il vicesindaco Vincenzo Tosti introita 1.868,28 euro con la riduzione del 50% perché è lavoratore dipendente. Eugenia Oliva, Marilena Belardo, Pasquale Del Prete, Saturnino Di Benedetto e Carbisiero (che però ha votato a favore del taglio) si mettono in saccoccia 1.528,60 euro mensili. Anche lo stipendio di Oliva è dimezzato perché come Tosti è lavoratore dipendente. Come detto costo totale annuo di 134.516 euro. Che ovviamente pagano i cittadini. Il caso indennità di funzione ha una duplice valenza: getta discredito sulla maggioranza sia sul piano amministrativo che politico. Qualcuno ricorderà che durante l’amministrazione comunale targata Andrea Villano i vari Gaudino, Tosti, Belardo e Luca Mozzillo (promotore), all’epoca consiglieri di opposizione, presentarono una mozione identica per la riduzione della metà degli stipendi dei governanti. Sapete come votarono Gaudino, Tosti, Belardo e Mozzillo? A favore del taglio. Oggi cosa è cambiato? Semplice: Gaudino, Tosti, Belardo e Mozzillo avrebbero dovuto rinunciare loro al doppio dei soldi. Ma il Breil è un oggetto molto ambito. E quindi hanno risposto alla mozione della minoranza dicendo “toccatemi tutto ma non la mia indennità di carica”. Nel frattempo la coerenza è andata di nuovo a farsi friggere. Alla faccia dei contribuenti. Muto come un pesce, fatto più unico che raro, il vicesindaco Tosti. Del resto che avrebbe potuto dire? Città Visibile non è più un movimento di lotta ma di potere. Per l’evidente imbarazzo ha seguito la consegna del silenzio. Poverino. L’ultima seduta consiliare ha riproposto la solita manfrina sulle dimissioni di Carbisiero. Il capogruppo dei Dem e Riformisti De Micco ha chiesto nuovamente le sue dimissioni da capo del civico consesso. Il motivo? Il presunto immobilismo di Carbisiero. Più strumentale di così! Come peraltro ha confermato Luigi Mozzillo di Città Visibile. Che ha rinfacciato al presidente del consiglio lo sperpero di soldi pubblici per aver convocato l’assise soltanto per discutere tre mozioni. Ops! Parla proprio Luigi Mozzillo che si è opposto anche lui al taglio dello stipendio degli amministratori. Un taglio che avrebbe fatto risparmiare all’ente 67.258 euro in un solo anno. E quella somma sarebbe servita a promuovere iniziative a favore dei diversamente abili. Da scompisciarsi dalle risate la motivazione a sostegno del “no” al taglio addotta da Santillo. A detta sua non era possibile procedere alla riduzione perché il bilancio di previsione era già stato redatto. Suvvia. Santillo, politico e consigliere esperto, non può non sapere che si possono effettuare variazioni di bilancio per prevedere nuovi capitoli di spesa o per alleggerire alcuni costi. L’universo mondo sa che l’obiettivo della maggioranza è sbarazzarsi di Carbisiero per accaparrarsi la sua poltrona. È il segreto di Pulcinella. Basta dirlo. Almeno si evitano altre figure barbine. Nota politica a margine. Il Movimento per Orta, ideato dal senatore Fabio Di Micco, non ha comunicato ufficialmente il passaggio all’opposizione, salvo che non ci sia sfuggito. Ma di fatto c’è una conferma plastica. Maria Di Pietro ha cambiato posto in consiglio e dai banchi della maggioranza è passata a quelli della minoranza. Più chiaro di così. Il defilamento dei dimicchiani cambia completamente il volto alla coalizione di governo. Il Movimento per Orta era l’unica vera novità della squadra che ha vinto le elezioni. Senza di esso ci ritroviamo una compagine che regge le sorti dell’ente composta da molti personaggi che hanno partecipato a piene mani alle amministrazioni del passato. Quelle tanto vituperate in ogni occasione. Non è un aspetto da poco. Nel giro di 8 mesi la maggioranza si è trasformata da nuovo che avanza nel vecchio che torna.

Mario De Michele

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui