Proseguiamo il nostro viaggio tra le pieghe del preliminare del Puc di Orta di Atella approvato in giunta dai commissari straordinari Francesca Giovanna Buccino, Rosa Maria Falasca e Lucia Guerriero. La triade fu nominata il 6 novembre 2019 in seguito allo scioglimento del consiglio per infiltrazioni camorristiche. E quasi a fine mandato ha adottato un provvedimento che, se confermato dai futuri amministratori, rappresenta una svolta per la città atellana, al voto il prossimo 7 novembre. Il preliminare fotografa l’esistente (quello già costruito) e classifica come verde o standard tutte le area inedificate. Insomma segue una filosofia urbanistica che va nella direzione giusta. Nella nostra inchiesta abbiamo iniziato a stilare una prima classifica dei personaggi “illustri” penalizzati dal Puc una volta entrato in vigore. Rispetto al Piano varato nel luglio 2014 dall’amministrazione targata Angelo Brancaccio, poi annullato, ha subito una stangata Antonio Capasso, ex sindaco di Frattaminore negli anni ’80-’90 in quota Psi. Una curiosità: in giunta con lui c’era l’attuale parroco di Orta di Atella don Paolo Gaudino. Capasso è un pediatra noto per i suoi affari milionari sul territorio. Assieme alla famiglia imprenditoriale Damiano, è proprietario del 50% dell’ex fabbrica di liquori Leanza e possiede circa 300mila mq di terreno. Ahilui, da zona produttiva-commerciale l’area è stata riclassificata dal Puc varato dai commissari in agricola e verde attrezzato. Una trasformazione che fa crollare il valore dei terreni danneggiando i privati ma al tempo stesso “riequilibrando” il territorio nell’interesse della collettività. Bene così.

Luigi Ziello e Angelo Brancaccio

Il punto di riferimento politico e tecnico di Capasso è sempre stato Luigi Ziello, presidente del consiglio e plenipotenziario ai tempi del sacco edilizio. Ziello faceva parte a pieno titolo della cupola affaristico-clientelare capeggiata dal dominus Angelo Brancaccio. Anzi era l’unico a tenere testa all’ex sindaco, il quale gli ha sempre concesso ampi spazi di manovra. Fu Ziello a fare da mediatore con lo studio legale di Giovanni Migliaccio, all’epoca dei fatti assessore della giunta Brancaccio, per l’acquisto di 100mila mq di terreno presso i depuratori di Orta di Atella da parte della Sondel-Falk per la realizzazione della famigerata centrale termoelettrica. L’operazione si svolse sotto la guida esperta di Massimo Lavino, altro boy del team Brancaccio. Sapete chi era il marito della proprietaria del terreno? Guarda caso, proprio Antonio Capasso. A quanto ci risulta dalle nostre fonti la Sondel-Falk pagò per il terreno ben 10 miliardi di vecchie lire con una “parcella”, chiamiamola così, di 2 miliardi. In quali tasche sono finiti i soldi? Ve lo diremo nelle prossime puntate carte alla mano. Oltre a Ziello e al supervisore-capo cupola Brancaccio, nella vicenda è invischiato anche Nicola Arena, già sindaco ortese ma soprattutto capo dell’Utc negli anni del cemento. Arena fornì consulenze tecniche alla Sondel-Falk. Siamo in possesso di alcune fatture sue o di suoi prestanome. Da segnalare infine che per “sfruttare” il terreno erano stati presentati nel 2012-2013 già dieci progetti per costruire capannoni industriali. Indovinate chi era il progettista-tuttofare…

Mario De Michele

(continua…)

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