Pur di apparire autocompiaciuti ci viene da dire: per fortuna che Campania Notizie c’è. Da due anni ormai ci occupiamo della gestione “allegra” dell’Ambito socio-sanitario C6, composto da Aversa, Carinaro, Casaluce, Cesa, Gricignano, Orta di Atella, Sant’Arpino, Succivo e Teverola. Una gestione imbrattata da appalti vinti in molti casi dalle solite cooperative di amici degli amici e di amiche delle amiche, e da incarichi professionali dispensati non si sa bene come e perché. Attorno alla galassia del C6 orbitano centinaia di milioni di euro. Tutti soldi rigorosamente pubblici.  Che proprio per la loro provenienza, cioè le tasche dei cittadini, dovrebbero essere utilizzati con il massimo rispetto delle normative e assoluta trasparenza. Due requisiti che, come sollevato dall’inchiesta di Campania Notizie, spesso sono venuti a mancare. In parte. O del tutto. Nemmeno il traumatico passaggio di testimone tra Casaluce e Aversa ha segnato una netta inversione rotta. Dall’ottobre 2019 la città normanna è divenuta capofila dell’ente sovracomunale, dopo la sfiducia decretata ai danni dell’amministrazione Pagano-Tatone. Tutti, anche i più pessimisti, confidavano in un cambio di passo. Purtroppo è arrivata l’ennesima conferma dell’attualità del motto italiota “al peggio non c’è mai fine”. A distanza di quasi un anno e mezzo la nuova struttura operativa è ancora un miraggio lontano. Sotto il profilo metodico nessuno ha notato il tanto decantato rinnovamento gestionale spifferato ai quattro venti dal sindaco Alfonso Golia. Seppur in enorme ritardo e attraverso un’interrogazione consiliare che non inquadra le vere falle del “sistema”, va dato atto ai consiglieri di opposizione di Cesa di aver chiesto chiarimenti in merito ai tre bandi indetti per l’individuazione del nuovo coordinatore del C6 e di due figure professionali.

Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone, Maria Verde

Era il 15 dicembre 2020. Ernesto Ferrante, Amelia Bortone, Carmine Alma e Maria Verde presentarono un’interrogazione sul caso sollevato da Campania Notizie. Come se la richiesta fosse stata inoltrata da quattro avventori del bar ai piedi del municipio, da allora il sindaco Enzo Guida e la maggioranza non si sono degnati nemmeno di dare un cenno di risposta. Per fortuna, oltre a noi, c’è la Prefettura di Caserta. Dall’Ufficio territoriale del Governo è arrivata la diffida a dare conto di quanto chiesto dagli esponenti della minoranza. Il provvidenziale intervento del prefetto Raffaele Ruberto ha così posto fine alla melina di Guida e company che continuavano a buttare la palla in calcio d’angolo. Ieri (25 febbraio) il presidente del consiglio comunale Domenico Mangiacapra ha preso carta e penna e ha indirizzato una bella noticina all’assessore Giusy Guarino preannunciandole che nella prossima seduta consiliare è tenuta a fornire chiarimenti a Ferrante, Bortone, Alma e Verde. Il capo del civico consesso, per quanto di sua competenza, si è subito attivato. Lascia di gesso la premessa di Mangiacapra: “Avendo appreso dell’interrogazione a risposta scritta da parte del gruppo Uniti per Cesa” a risposta scritta del 15/12/20…”. In pratica il presidente del consiglio comunale è stato tenuto all’oscuro di una richiesta regolarmente protocollata dai consiglieri di opposizione. Com’è possibile? Perché l’interrogazione non è giunta sulla scrivania di Mangiacapra? E perché dopo due mesi e mezzo il sindaco Guida e l’assessore Guarino non hanno ancora fornito le spiegazioni necessarie? Gli argomenti sono di primaria importanza. Oltre ai tre concorsi, il gruppo Uniti per Cesa (a ruota di Campania Notizie, ma va bene così) ha preteso lumi sulla mancata approvazione del Piano di Zona, cioè dello strumento di programmazione per fornire ai cittadini servizi socio-sanitari essenziali.

Giusy Guarino e Enzo Guida

Dal poco dinamismo, per non dire stallo quasi totale, dimostrato dalla nuova giunta non è possibile desumere che gli amministratori siano stati impegnati in attività più urgenti. Dunque quali sono le vere ragioni per le quali è stato necessario l’intervento della Prefettura? E visto che prevenire è meglio che curare è il caso di puntualizzare un altro aspetto. È vero che l’opposizione ha mostrato poca dimestichezza politica indirizzando la richiesta soltanto all’assessore Guarino e al segretario comunale (e non anche al prefetto come avrebbe fatto qualsiasi amministratore “normale” del mondo), ma le lacune di Ferrante, Bortone, Alma e Verde non assolvono in alcun modo il sindaco Guida. Non ci venga a dire che non sapeva nulla dell’esistenza dell’interrogazione. Anche perché in tal caso dovrebbe immediatamente revocare la Guarino dalla giunta. Da avvocato sa bene che la nomina degli assessori, prerogativa esclusiva dei sindaci, si basa sul rapporto di fiducia.

Non solo. Il primo cittadino, volente o nolente, deve prima o poi comprendere che ha vinto le elezioni, non il Comune. Due concetti completamente diversi. Se la vittoria contro il perdente al quadrato Ferrante era scontata, tutt’altra questione è la gestione della res pubblica. Che in quanto tale esige il rispetto delle leggi e precisi obblighi politici. Per dirla in breve, non si può amministrare un ente locale come se fosse casa propria. Così come non si può auspicare la benevolenza dei giornalisti con frasi liquidatorie del tipo: dimmi cosa vuoi e te lo do!

LA NOTA DI DOMENICO MANGIACAPRA

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