A tre settimane dal voto a Napoli il conto alla rovescia è partito e gli elettori iniziano a fare il loro bilancio per quello che riguarda il passato, ma con due occhi anche sul futuro e alla campagna elettorale in pieno svolgimento. Per il 49% la qualità della vita negli ultimi 5 anni è peggiorata, per il 37% è rimasta invariata e solo per il 14% è migliorata. Una bocciatura per l’uscente Luigi de Magistris, insufficiente la sua gestione amministrativa e finanziaria, ma va detto pure – per dovere di cronaca – che non mancano le attenuanti: dal Covid agli oggettivi tagli agli enti locali di cui si lamentano anche gli aspiranti sindaci. Nella fotografia scattata da Arcadia-Winpoll per Il Mattino fatta tra l’8 e il 10 settembre però tiene banco il futuro. Il sondaggio sulle intenzioni di voto conferma una tendenza degli ultimi mesi, vale a dire che Gaetano Manfredi – candidato sindaco del centrosinistra e del M5S – è in vantaggio e cresce, ma non abbastanza, anche se vi è molto vicino, per vincere al primo turno. L’avversario meno lontano è Catello Maresca più che doppiato e resta stabile così come Antonio Bassolino ma distanziato dal pm anticamorra rispetto alle rilevazioni del 20 giugno. In calo invece Alessandra Clemente, la candidata sedotta e abbandonata dal sindaco de Magistris. Va precisato che il sondaggio non tiene conto che alcune liste, come quella che fa riferimento alla Lega nel campo del centrodestra, potrebbero essere escluse, la questione è in mano al Tar e la prossima settimana arriverà la decisione del Tribunale amministrativo della Campania.

Nelle stesse condizioni c’è anche la Clemente. Tant’è, al di là di questo, quello che emerge è che nella sostanza è in ascesa solo Manfredi. Stesso scenario anche al ballottaggio: con qualsiasi avversario vince l’ex ministro. Qualche difficoltà in più se l’avversario fosse Bassolino invece che Maresca. Quanto ai partiti, nel centrosinistra il Pd è in vantaggio sul M5S mentre Fdi e Lega perdono molti consensi. Ed è probabile che in questo caso la spaccatura politica tra i partiti del centrodestra abbia un peso molto importante. Infatti va chiarito che le coalizioni tirano molto di più dei candidati segno che i napoletani hanno voglia di politica, di certezze, in una parola di stabilità. Insomma, i giochi sono ancora aperti e proverbialmente a Napoli più che altrove le ultime tre settimane sono determinanti per la scelta del sindaco. L’unica voce dove Bassolino è primo è quella «della conoscenza di candidati», l’ex sindaco è al 96%, vale a dire che non c’è una casa a Napoli dove Bassolino non sia entrato dal 1993 a oggi. Secondo Manfredi al 72%, terza la Clemente al 67% e quarto Maresca con il 61%. La voce «fiducia negli esponenti politici» è una domanda che dà risposte dove il quadro precedente è molto modificato. Manfredi è primo con il 53%, segue Bassolino con il 46%, quindi Maresca al 44% e la Clemente al 32%. Ma è cruciale la domanda sulle intenzioni di voto che definiscono – a livello politico – la situazione che, è bene sottolinearlo sempre, è fluida malgrado i distacchi rilevati dal sondaggio. Basta ricordare il de Magistris del 2011, che andò al ballottaggio con Gianni Lettieri del centrodestra con il 25% contro il 40% dell’ex presidente degli industriali napoletani. Poi al secondo turno l’ex pm ribaltò il risultato. Al riguardo un fattore è quel 34% di napoletani che non sa chi votare o non sa nemmeno se andrà a votare.

Come stanno le cose dunque secondo Arcadia-Winpoll oggi, a 21 giorni dall’apertura delle urne? Manfredi è al 47,4%, rispetto a giugno guadagna sette punti percentuali, era al 40,4%. Maresca dal 23,3% scende al 21,1%, Bassolino sostanzialmente è immutato dal 17,2% passa al 17,3%. La Clemente è afflitta politicamente da de Magistris che ha dichiarato di non fare campagna elettorale e non ha schierato nemmeno la sua lista così dal 14,2% scende al 9,7%. Uno dei dati da valutare è lo scarto che c’è – e riguarda Bassolino – tra la sua popolarità che è al 96% e il crollo al 17% nelle intenzioni di voto. A giugno le tre forze principali del centrodestra, Fi, Fdi e Lega stavano rispettivamente al 7,3%, 10,9% e 6,7%. Oggi Fi è al 5,6%, Fdi al 7,4% e la Lega al 2,9%, non sondate le civiche di Maresca che non c’erano ancora. Quelle del pm a oggi sono al 6,3%. Nel centrosinistra a giugno il Pd stava al 19% e il M5S al 16,2%. Nella rilevazione attuale i dem stanno al 18,7% e i grillini al 15,5%, entrambi denunciano un calo. Le civiche di Manfredi sono date al 7,7% come per Maresca non erano sondate a giugno. Bassolino e le civiche stavano a giugno al 14,8%, oggi l’ex sindaco è al 12,7 %mentre Azione di Carlo Calenda, suo alleato, è al 3,2%. Clemente con le sue civiche tre mesi fa era al 13,5%, oggi al 9,1% a cui si aggiunge Potere al popolo con l’1,8%. Interessante il discorso sulle coalizione: lo scarto con i candidati è mediamente del 2%. Il centrosinistra è al 46,5%, il centrodestra al 22,2%. La coalizione Bassolino al 15,9% e quella della Clemente al 10,9%.

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