Un piromane a capo dei vigili del fuoco non lo metterebbe nemmeno Nerone. È come se un sindaco condannato per stalking ai danni dell’ex moglie patrocinasse la Giornata contro la violenza sulle donne. Sarebbe impensabile. Non a Cesa, Comune a statuto speciale, dove avviene di tutto e di più, come in uno spot della Rai. Nella piangente cittadina dell’Agro aversano il sindaco Pd Enzo Guida, condannato a 2 anni per stalking e diffamazione nei confronti dell’ex consorte, ha firmato la delibera per la concessione del patrocinio morale (sic!) per la Giornata contro la violenza sulle donne per gli alunni dell’istituto Mille colori. Che, vista la contingenza, dovrebbe chiamarsi d’ora in poi istituto di “Tutti i colori”. Perché ormai nel paese di Alfonso De Michele, fondatore della prima Lega dei contadini del circondario, che comprendeva anche Giugliano, ne succedono di cotte e di crude. La stragrande maggioranza dei cittadini rimpiange la prima Repubblica. Ricorda con nostalgia la Democrazia cristiana, il Partito socialista e il glorioso Partito comunista, come amava definirlo Francesco Cossiga, imparentato con Enrico Berlinguer. Due sardi coriacei, su posizioni quasi sempre diametralmente opposte, che erano titani rispetto ai nani e ai ballerini del panorama politica italiano. Se poi si passano in rassegna le amministrazioni locali di oggi, in molti casi, si scava per chilometri nel sottosuolo, e quando si pensa di aver toccato il fondo c’è sempre qualcuno che bussa sotto i piedi. Politicanti che gestiscono gli enti locali come se fossero casa loro. Gnomi malefici che predicano bene e razzolano male. Inetti. E abietti. I peggiori sono i professionisti della legalità. Quegli sbandieratori da festa patronale che agitano il vessillo della moralità nascondendo in armadi grandi come cimiteri scheletri di ogni tipo. Sepolcri imbiancati. Marci dentro e puliti fuori. Ma il marciume è come il fango delle sabbie mobili: prima o poi porta a galla la verità. E smaschera gli impostori.

A Cesa si è superato il segno della decenza. La maggioranza consiliare e i partiti che sostengono l’amministrazione sono al servizio del sindaco-sovrano Guida. Pronti a offrire anche prestazioni fuori orario. Personalità del Pd del calibro di Antonio Tanzillo e Antimo Dell’Omo accucciate in silenzio per non disturbare il manovratore. La sezione dem ridotta al ripostiglio del primo cittadino. Il consigliere Gina Migliaccio, legalitaria a parole (finora non c’è mai stata una presa di posizione pubblica), avvolta dal cono d’ombra dell’omertà. Nella squadra di governo nessuno ha uno scatto di reni. Sono tutti affetti da una forma acutissima di poltronismo. Fino a rendersi ridicoli. Che al confronto Pulcinella è una persona seria e affidabile. Non si può che definire una carnevalata la delibera votata dal sindaco e da quasi tutti gli assessori, di cui due sono donne (Francesca D’Agostino e Giusy Guarino, assente), per la concessione del patrocinio morale per un’iniziativa contro la violenza delle donne. Nessun componente dell’esecutivo ha avuto la dignità di suggerire, magari sottovoce e con reverenza, al sindaco Guida di non partecipare alla votazione. Lui che lo scorso giugno è stato condannato a 2 anni per stalking e diffamazione contro l’ex moglie Tina Bortone. Nessuno, a tutti i livelli, nel Partitino democratico, che blatera di tutela di genere, ha sollevato il caso Guida. I dem non si sono presi neppure la briga di sottoscrivere una nota di routine: “Confidiamo nell’innocenza del sindaco Enzo Guida”. Tutti hanno preferito dribblare il problema. Come se nulla fosse. E poi sbiancano quando leggono i sondaggi con il Movimento 5 Stelle che li sorpassa e Fratelli d’Italia che li doppia. Hanno buttato nel water la “questione morale” posta negli anni Ottanta da Berlinguer. Ed è giusto, se il Pd non cambierà radicalmente rotta, che sia risucchiato dallo sciacquone. Enzo Guida non ha letto Seneca. Per sua sfortuna. E per quella dei cittadini di Cesa. Altrimenti il sindaco-sovrano saprebbe che “è turpe dire una cosa e pensarne un’altra, ma più turpe ancora lo scrivere una cosa mentre l’animo te ne detta un’altra”. Quel patrocinio morale grida vendetta. Ancor di più perché la commissione parlamentare sul Femminicidio e contro la violenza sulle donne, presieduta con impegno e competenza da Valeria Valente (una dem seria) si è avvalsa della consulenza professionale di Teresa Manente, avvocato della signora Tina Bove. Per Guida è scattata la legge del contrappasso. Ma per i piddini-piccini locali tout va tres bien, Madame la Marquise. Non è escluso che per la presidenza dell’Avis la giunta comunale, con il sultano Guida in prima fila, approvi una delibera per proporre un nome su cui si può fare affidamento: Dracula.

Mario De Michele

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