CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo il commento di Speranza per Caserta sull’ordinanza che vieta ai casertani di gettare l’immondizia fino a  quando Caserta Ambiente non avrà ripulito la città dai cumuli causati dalla protesta degli operatori. “Siamo arrivati all’ultimo atto di un dramma annunciato. Un finale scontato, peraltro, totalmente privo di colpi di scena o effetti sorpresa: l’ordinanza del Sindaco del Gaudio con la quale si chiede ai cittadini di Caserta di trattenere i rifiuti nelle proprie abitazioni fino a nuovo ordine continuando al tempo stesso ad applicare correttamente tutti i crismi della differenziazione. Speranza per Caserta, pur associandosi a questa richiesta e invitando i suoi elettori e i la cittadinanza tutta a ottemperare a quanto richiesto per ragioni di ordine sanitario e consentire il ripristino della raccolta, non può fare a meno di considerare del tutto intempestiva la richiesta.

E’ dall’inizio dell’anno, infatti, che la città giace sommersa da cumuli di immondizie, mentre il ricorso alle isole ecologiche – peraltro auspicato dal Sindaco nella stessa ordinanza – è un’impresa impossibile, segnatamente il centro di raccolta di via Talamonti, come da più cittadini segnalatoci, i cui orari non vengono rispettati. Inoltre la stessa ordinanza penalizza quei cittadini virtuosi, tra cui gli elettori di Speranza per Caserta, che già da giorni, in nome di un senso civico che non ha bisogno di delibere o ingiunzioni esterne, stipano in casa numerosi sacchetti e che nell’impossibilità di depositarli, vengono ad essere doppiamente penalizzati dal provvedimento. Ancora una volta, dunque, è l’emergenza a dettare le regole, che, sebbene provviste di buon senso e formalmente corrette, hanno il potere di rimandare a luoghi e tempi indefiniti un discorso finalmente risolutivo sui problemi della nostra città. Con la dichiarazione di dissesto il Sindaco Del Gaudio aveva fatto intendere ai cittadini che sarebbero stati ripristinati e garantiti i servizi essenziali, benché a fronte di sacrifici ingenti che si scaricheranno sulle nostre tasche tramite l’innalzamento di tutte le aliquote dei prelievi fiscali e tributari. Resta però da chiarire se e come il Comune decida di procedere all’accertamento dell’evasione e alla riscossione coatta delle somme dovute. Del resto l’Amministrazione casertana non è nuova a questo tipo di dimenticanze, quando si tratta di incamerare introiti. Ricordiamo che con sentenza della Corte dei Conti del marzo 2009, in ordine ala vicenda SACE, società incaricata per la raccolta dei rifiuti dal 1995 al 1999 e con successiva modifica illegittima del contratto nuovamente a partire dal 2000, e gravemente inadempiente rispetto alle norme contrattuali, veniva disposto un risarcimento a favore del Comune pari a € 8.596.000,00, imputato al Sindaco Falco, agli Assessori alla ecologia Di Vece e Maccauro, nonché al Dirigente del settore ecologia Messore. Che fine hanno fatto quelle somme? Quanto la loro esazione potrebbe contribuire a risolvere parzialmente il problema degli stipendi dei dipendenti di Caserta Ambiente? Quanto ancora parte delle cifre potrebbe essere destinata ad altri servizi essenziali quali il nido, le mense scolastiche o la cultura? Ti seguiamo, Sindaco. Terremo ben separate in casa le bottiglie dalle lattine e i cartoni dalle bucce di patata fino a nuovo ordine. Terremo anche ben separato il grano dall’oglio. Ma tu per quanto tempo ancora vorrai continuare a mischiare emergenza e responsabilità?”

 

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