Si apre uno spiraglio per la comunità montana del Matese? Il presidente dell’ente montano Fabrizio Pepe ha scritto una nota al presidente della giunta provinciale Domenico Zinzi per ottenere le risorse (ben sei milioni) che finora la regione ha centellinato per criticità finanziarie sia per perché è in corso una discussione sulla revisione di questi enti anche alla luce dei lavori parlamentari (si punta ad introdurre ancora di più forme di unione tra comuni).

Ma veniamo alla situazione drammatica di oggi. Le ragioni del passo ufficiale di Pepe sono legate all’esito di un incontro dell’uncem con una delegazione Uncem campano : per risolvere la crisi finanziaria di questi enti faranno ricorso alle somme stanziate dalla regione alle province e non utilizzate. Ad alzare la voce l’ente matesino ci ha pensato al termine dell’ultimo consiglio generale in cui è stata affrontata la questione della carenze di risorse erogate negli ultimi due anni concluso con un documento di protesta e di richiesta ai vertici regionali di assicurare la necessaria dotazione finanziaria per i 243 operai a tempo indeterminato ed i 19 otd( operai tempo determinato) da impiegare nelle attività di antincendio. Costrette , le comunità montane, a galleggiare, a fare finanza “differita”( con bilanci preventivi che si trasformano in consuntivi e viceversa) e non solo derivata da cui dipendono adesso in via esclusiva essendo venuti meni i trasferimenti statali. Tipica di questa precarietà gestionale e contabile il via libera all’esercizio provvisorio per “tirare a campare” in attesa che arrivino, se e quando, i fondi di provenienza provinciale . Vediamo in modo articolato. per i braccianti idraulico forestali occorrerebbero 7 milioni di euro ma la regione fa a fatica a mandarne 4,5(finora l’ente matesino ne ha avuti 800.000. Per di più sempre l’ente regionale ha imposto di ricalcolare il rapporto tra numero di operai e superficie. Un calcolo che porterebbe ad una trentina di licenziamenti se non si paga la differenza di 30.000 ore lavorative stando alla forza-lavoro esistente. E per il personale amministrativo ? occorrerebbero 2 milioni di euro e forse la regione ne trasferirà 900.000 con uno scarto notevolissimo che dovrebbe essere rimediato e recuperato da quei fondi che le province dovranno restituire. Per di più la regione paga solo il costo-lavoro e gli oneri previdenziali connessi ed indiretti ma non anche le risorse per comprare le attrezzature o quanto occorre per i lavori forestali. Si fanno allora progetti senza alcun acquisto di materiale funzionale. Se non è galleggiare questo. Approvato il via libera al progetto per lo studio di fattibilità di una nuova sede presso l’area dell’ente sulla ex statale 158.

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