I conti pubblici sono la croce dell’amministrazione comunale di Aversa. Fin dal suo insediamento il sindaco Alfonso Golia e il suo esecutivo non sono mai stati in grado di arginare l’ingente indebitamento dell’ente, anzi ai debiti pregressi si sono aggiunti altri 6 milioni di euro. Una situazione dovuta in gran parte dell’incapacità di esigere i crediti. L’esempio più lampante è il servizio idrico. L’evasione ha raggiunto addirittura quota 70%. In un anno il Comune perde 4,5 milioni. Una cifra stratosferica. Eppure finora Golia e company non hanno ancora adottato misure efficaci per incassare la montagna di soldi che proviene dal consumo dell’acqua. Alla luce della carenza di personale in grado di occuparsi della riscossione la maggioranza è orientata a esternalizzare il servizio ma per adesso tante chiacchiere e nessun fatto. Il problema del mancato introito delle tasse e dei crediti dipende più in generale anche dall’inadeguatezza della giunta nella programmazione finanziaria. È arrivata l’ennesima diffida della Prefettura (in passato ne ha inviate due) che intima l’amministrazione ad approvare il bilancio di previsione. Basta dare un’occhiata al calendario per rendersi conto che il varo del previsionale a metà di settembre è come dare il via libera a un consuntivo visto che l’anno è quasi giunto al termine. Un paradosso che ripete puntualmente ogni volta che il bilancio di previsione deve passare al vaglio del consiglio comunale.      

Mario De Michele

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