Comincia adesso la corsa per un posto sottogoverno. Da assegnare ci sono 41 caselle. I desiderata dei territori sono una marea. Nel nuovo esecutivo i ministri campani sono soltanto due, tra l’altro tecnici di area: il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, e il prefetto Matteo Piantedosi, numero uno del Viminale. Guardando i risultati elettorali su scala regionale (del Senato): FdI tocca quasi il 18 per cento, Fi arriva al 10 e la Lega raggiunge il 4 per cento. «Secondi in Italia per numero di voti, Fi Campania sarà presente nel governo Meloni». «Il Sud ha visto Fi protagonista – ha rimarcato il coordinatore campano Fulvio Martusciello – ed è giusto che abbia una sua rappresentanza. Sulla linea espressa tutta la delegazione parlamentare campana si è ritrovata». La precedenza, così com’è avvenuto per la composizione del Governo, spetta al partito della Meloni. Gli addetti ai conteggi di FdI ribadiscono che al partito che ha vinto le elezioni spetta il doppio dei posti rispetto alla somma di Fi e Lega. In pole come viceministro c’è Edmondo Cirielli, che era stato dato tra i favoriti per il dicastero della Difesa, dove l’ha spuntata Guido Crosetto. Cirielli potrebbe essere nominato numero due della Farnesina, come vice di Antonio Tajani. Tra i papabili sottosegretari il salernitano Antonio Iannone, rieletto senatore ed attuale commissario regionale di FdI, e la giovane deputata Marta Schifone, sulla quale il partito ha investito e non poco alle ultime politiche: capolista in tre plurinominali. Un ruolo di primo piano potrebbe essere ritagliato per Giuseppe Pecoraro, ex prefetto di Roma, ex procuratore generale della Figc e candidato all’uninominale Napoli-San Carlo all’Arena. Pecoraro ha un rapporto diretto con il neo premier e fino a quando Piantedosi non ha sciolto le riserve è stato considerato nel totoministri come scelta gradita per il Viminale. Per la Lega potrebbe rientrare Pina Castiello, ex deputata del Carroccio, che ha già ricoperto il ruolo di sottosegretario del ministero per il Sud dal 12 giugno 2018, nel governo Conte, fino alla caduta dell’Esecutivo il 5 settembre dell’anno successivo. In Fi sono ore concitate. Non è andata giù al segretario del Nuovo Psi Lucio Barani la scelta di «aver nominato ministro Raffaele Fitto e non Stefano Caldoro». Non è da escludere uno strappo di Caldoro con Fi, che potrebbe maturare nelle prossime settimane.

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