di Mario De Michele

Che palle. Da 5 anni Giuseppe Dell’Aversana è un disco rotto. Per il sindaco di Sant’Arpino la campagna elettorale che lo vide vincitore nel 2016 non ha mai avuto fine. Un lustro di stucchevoli lamentele con una narrazione stancante anche per la persona più paziente del mondo. Mancano i soldi, per colpa di Eugenio Di Santo. Mancano i dipendenti comunali, per colpa di Eugenio Di Santo. Manca tutto, per colpa di Eugenio Di Santo. Negli ultimi tempi il nemico del primo cittadino sono diventati i giornali online liberi. Quelli, come Campania Notizie, che non lisciano il pelo ai potenti di turno. Mai e poi mai il sindaco si è chiesto cosa ha fatto di buono lui per il territorio che ha governato per ben 1.900 giorni. Poco o nulla, a parte l’elefantiaca produzione di post Fb. Se virtualmente, cioè sui social, è sempre stato presente, nella realtà non è mai stato più distante dai veri problemi della collettività. Il Dell’Aversana Ter è stato un fallimento su tutti i fronti. Un disastro politico-amministrativo che nemmeno il più pessimista avrebbe preventivato. Obiettivi raggiunti zero o quasi. Errori commessi a bizzeffe. L’ultima figuraccia intergalattica riguarda il Puc. L’approvazione dello strumento urbanistico era attesa nel consiglio del prossimo 4 agosto. Resterà una chimera. Non è stato inserito all’ordine del giorno per manifesta incapacità degli amministratori locali. Ma invece di cospargersi il capo di ceneri e fare mea culpa Dell’Aversana ha avuto la faccia di marmo di dare anche stavolta la colpa agli altri. Roba da non crederci.

Giuseppe Dell’Aversana

Tra quelli posti all’indice dal primo cittadino figurano l’immancabile Di Santo, i dipendenti dell’Utc e i giornalisti liberi. L’ex sindaco avrebbe disseminato veleno. Vito Buonomo e Lucio Donnarumma avrebbero boicottato l’azione amministrativa. La stampa avrebbe lanciato accuse infamanti. Totò direbbe: “Ci faccia il piacere!”. Ma non è il caso di scomodare il Principe della risata. Dell’Aversana assomiglia di più al protagonista di un dramma di Ionesco o di Pinter. Il sindaco di Sant’Arpino sembra un personaggio di un’opera pirandelliana. Un personaggio in cerca di autore. Ha perso il senso della realtà. Non distingue più il vero dal falso. La sua linea di demarcazione tra verità e bugia è impalpabile. Se il Puc non sarà approvato c’è un grande e unico responsabile. È Giuseppe Dell’Aversana. Lo sanno bene i cittadini che lui cerca in ogni modo di raggirare con ricostruzioni fantasiose e offensive. Lo sanno bene i tecnici locali. Lo sa bene chiunque abbia un minimo di intelligenza e non sia fazioso. Così come c’è un grande e unico responsabile dello sfaldamento della maggioranza. È Giuseppe Dell’Aversana. Che ha prima ha indicato Caterina Tizzano come suo erede, poi non ha mosso un dito per rinserrare le fila della coalizione attorno al nome del vicesindaco. Anzi, come abbiamo sempre sospettato, ha giocato su due tavoli proprio per “bruciare” la Tizzano ben sapendo che con lei alla guida della lista la vittoria alle comunali sarebbe stata una passeggiata, mentre con lui candidato a sindaco si sarebbe andati incontro a una sconfitta certa. Egregio sindaco Dell’Aversana, nella vita e in politica si può vincere o perdere. Guai a smarrire la strada della dignità. Lei è finito in un vicolo cieco. E non ritroverà la retta via nemmeno con Google Maps.       

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