di Mario De Michele

Era ora. Dopo anni di evanescente rappresentanza politica in Parlamento approda una pattuglia di casertani preparati, esperti e di qualità, con l’inevitabile eccezione che conferma la regola. Alla Camera dei deputati, che si insedierà giovedì 13 ottobre, troveranno posto tra i banchi della maggioranza Marco Cerreto e Gimmi Cangiano di Fratelli d’Italia, e Gianpiero Zinzi della Lega. All’opposizione in quota Pd fa il suo ritorno a Palazzo Montecitorio Stefano Graziano. Tanta roba. Cerreto ha alle spalle una lunghissima esperienza politica e istituzionale. Il coordinatore provinciale del partito della Meloni è una garanzia di applicazione e capacità. Sa il fatto suo Cerreto. E poi parla correntemente in italiano. Non è poco nella fauna politica nostrana. Cangiano, vincitore nel collegio uninominale di Aversa, è cresciuto a pane e politica. Ha ricoperto anche la carica di coordinatore regionale di Fratelli d’Italia e gode di un buon radicamento territoriale. Ed è un giovane motivato e volitivo. Zinzi ha un’unica pecca: è della Lega. Per chi lo conosce è un pesce fuor d’acqua. Si potrebbe dire che è diversamente leghista. È consigliere comunale di Caserta e negli anni è stato bravo a costruirsi una rete provinciale che va dal Matesino all’Agro aversano. L’esperienza di segretario nazionale dei giovani Udc gli ha giovato. Se cambia partito sarà un parlamentare perfetto per Terra di Lavoro. Anche se siamo certi che avrà ugualmente la forza per dare voce alla provincia di Caserta. Poi c’è Graziano. Il “Signor Sottile” della politica campana. Il leader dem è di un’altra categoria. È un top player. Prima o poi sarebbe tornato al posto che gli è più congeniale, quello di legislatore nazionale. In 20 giorni di campagna elettorale ha liquefatto l’ingombrante Gennaro Oliviero che farebbe bene a cambiare aria prima di essere cacciato dal Pd. Chi ha disertato nella guerra elettorale non può avere spazio in un partito che ha avviato una sorta di fase costituente. A differenza di Cerreto, Cangiano e Zinzi, il democrat Graziano muoverà le sue pedine dall’opposizione. Un handicap per chiunque altro. Per uno come lui cambia poco. Farà come sempre la sua parte. E il suo peso specifico (è ai vertici del partito) si farà sentire.

Passiamo al Senato che si installerà venerdì 14 ottobre. Qui per Caserta è andata bene a metà. Nelle fila dei 5 Stelle è stato riconformato Agostino Santillo, 48enne, ingegnere civile. Il pentastellato vanta di una percentuale di presenza ai lavori parlamentari quasi del 100 per cento (99.94%). È stato il primo firmatario di 14 disegni di legge e cofirmatario di altri 65. Ha presentato ben 164 emendamenti, ne ha cofirmato altri 434. Insomma Santillo non è un grillino tutto fumo e poco arrosto. È stato un parlamentare sempre sul pezzo. Promosso a pieni voti. In cauda venenum. Finora 5 su 5 promettono bene. Ma poi c’è lei, l’ineffabile Giovanna Petrenga. Una che si è ritrovata in Parlamento per grazia ricevuta da Nicola Cosentino. Che già per questo se in uno dei tanti procedimenti penali fosse condannato in via definitiva dovrebbe subire una aggravante della pena. Dopo aver bazzicato nel Pdl senza lasciare traccia alcuna è divenuta, per ragioni inspiegabili, una pupilla di Meloni (che la Petrenga chiama Melona, mah). È stata posta a capo della lista di FdI al Senato nella circoscrizione Campania-P02. Ha vinto nel collegio senatoriale uninominale di Caserta spinta dal vento di centrodestra che spirava forte alle politiche. Per tutti, amici e avversari, è inspiegabile che abbia prevalso su Tommaso De Simone, competente e esperto, presidente della Camera di Commercio di Caserta e vicepresidente nazionale di Unioncamere. Nell’ultima legislatura la Petrenga ben 3 volte su 10 non ha preso parte ai lavori parlamentari. È stata la prima firmataria di appena 2 disegni di legge e ha proposto soltanto 24 emendamenti. Rientra a pieno titolo tra i fannulloni del Parlamento. Non a caso in campagna elettorale i suoi amici di partito si sono rivolti a “Chi l’ha visto?” nel tentativo di rintracciarla. Per dare il senso della misura della Petrenga basta citare un episodio. È stata l’unica candidata ed esponente di spicco di Fratelli d’Italia a non aver partecipato al comizio di Meloni a Caserta. Assente ingiustificata? “Macché, avevo un impegno inderogabile”, ha risposto lei piccata. È vero. Era alla prima comunione della nipote.

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