Un insuperabile Corrado Guzzanti nei panni dell’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti spiegava a modo suo le conseguenze della crisi del 2007-2008 provocata dai subprime (mutui ad alto rischio sulle case) e culminata con il collasso finanziario di alcune tra le principali banche statunitensi con inevitabili riflessi disastrosi sull’economia globale. Il responsabile del Mef, magnificamente imitato dall’attore romano, preannunciava l’arrivo di un “cetriolo volante” che sarebbe volato a bassa quota e tanto per cambiare avrebbe colpito sotto la cintola il ceto medio e le fasce sociali più deboli. Per mettersi al riparo da brutte sorprese il suggerimento di Tremonti-Guzzanti era semplice: camminare rasente muro. Ovviamente non è servito a evitare che il “cetriolo volante” raggiungesse il bersaglio. Già prima dell’emergenza Coronavirus i meno abbienti stavano ancora pagando un prezzo altissimo per gli incalcolabili danni di quella che gli esperti definiscono la finanziarizzazione dell’economia. Fatte le debite proporzioni siamo certi che la soluzione di Tremonti-Guzzanti non sarà utile nemmeno per impedire ai proprietari delle abitazioni realizzate nell’ambito dell’housing sociale di Sant’Arpino di trovarsi in guai seri. Il caso, seguito nei minimi dettagli da Campania Notizie (siamo giunti all’undicesima puntata), rischia di spazzare via tutte le pedine della scacchiera risparmiando soltanto re e regine. Come abbiamo più volte illustrato tutto è nato dallo scontro su una determina adottata lo scorso 23 marzo dall’Utc che ha concesso all’imprenditore Santolo D’Ambra, il quale ne aveva fatto richiesta, di cedere al Comune quattro immobili al posto dei tre inizialmente individuati in base alla convenzione sull’housing sociale di via Libertà. Immobili che successivamente l’ente avrebbe messo a bando a prezzi agevoli a favore di giovani coppie. Dal quel fatidico 23 marzo è scoppiato il finimondo. Ad accendere la miccia di una “bomba urbanistica” è stato l’assessore Salvatore Lettera, al quale va dato atto di aver sgranato il rosario delle numerose criticità sulla legittimità degli atti che hanno consentito la nascita del comparto C2 Nord-Ovest. Seppur dopo un lungo contraddittorio con l’amministrazione con note e contronote, va riconosciuto nel contempo al responsabile del settore Vito Buonomo di aver pigiato sull’acceleratore per assumere tutti i provvedimenti finalizzati al ripristino della legalità. In verità, a quanto ci risulta il capo dell’Utc ha sempre tenuto informato il sindaco Giuseppe Dell’Aversana sugli sviluppi della vicenda. Ed è verosimile che l’impasse tecnico-amministrativa sia dipesa proprio dall’immobilismo del primo cittadino. O quanto meno sia stata la conseguenza dalla sua scelta di restare per troppo tempo nel limbo. Ma ora non è il tempo delle recriminazioni. Il piccolo rogo alimentato dalla determina (parva materia) si è ben presto trasformato nell’incendio della foresta Amazzonica. Dal sottobosco è emerso che la procedura per la realizzazione del comparto di via Libertà è probabilmente illegittima “ab origine”, a causa del mancato completamento delle opere di urbanizzazione primaria nei tempi previsti dalla convenzione. Da qui la decisione di Buonomo di avviare il procedimento di annullamento in autotutela dei permessi di costruire. Le notifiche sono partite proprio oggi. Un provvedimento sacrosanto alla luce delle tante zone d’ombra che hanno avvolto l’iter tecnico iniziale. Uno dei prossimi atti dell’Utc sarà l’annullamento della licenza edilizia (una sciocchezzuola per costruire un centinaio di appartamenti) concessa da Salvatore Compagnone a Santolo D’Ambra, quando per i tre mesi estivi di giugno, luglio e agosto del 2016 fu nominato da Dell’Aversana timoniere ad interim del settore Urbanistica. Ed ecco che si aggira a bassa quota il “cetriolo volante”. Le abitazioni di via Libertà sono state comprate da cittadini in buonafede e sono costate dai 200 ai 250mila euro cadauna. Compito dell’amministrazione comunale è garantire in tutti i modi e in ogni sede che gli acquirenti siano tutelati nel loro diritto di proprietà. Sarebbe davvero inaccettabile che, dopo aver acceso mutui per centinaia di migliaia di euro, siano loro a pagare per i gravi errori commessi da altri. Bisogna intervenire per accertare se i tecnici sono responsabili di omissioni di controllo, se hanno rilasciato concessioni o proroghe illegittime e se gli imprenditori hanno rispettato la convenzione. I carnefici hanno nomi e cognomi. E vanno perseguiti. I proprietari degli immobili sono vittime da salvaguardare. Ad ogni costo. Per evitare l’ennesima ingiustizia ai danni dei cittadini.    

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