di Mario De Michele

Sono trascorsi 59 anni. Quasi una vita. È il 1961. Viene pubblicato “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia, casa editrice Einaudi. Il passo più celebre di quel capolavoro letterario è il seguente: “Io ho una certa pratica del mondo. E quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà”. L’autore girgentino oltre mezzo secolo prima aveva fotografato già la realtà dei nostri giorni. “Pochissimi gli uomini, i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi, che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù, i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà. Che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre”. Nei tempi in cui viviamo è offensivo per le anatre paragonarle ai tanti quaquaraquà che circolano impettiti e con il ditino indice sempre puntato su tutto e tutti.

In quale categoria sciasciana collocare Nicola Baldieri, fotografo, immortalato sulla via di Damasco dalla smania di lottare contro la camorra? Prima di rispondere, premessa obbligatoria: la valenza in sé di costui non merita un articolo. Mancherebbe l’interesse pubblico. Sul piano giornalistico requisito essenziale per scrivere un pezzo. Ne parliamo solo perché, nonostante la viva e più che giustificata preoccupazione per il Coronavirus, la nostra testata proseguirà la battaglia solitaria, o quasi, per ridare senso alla parola verità. Per noi di Campania Notizie fare informazione significa anche raccontare la “storia” dei finti paladini della legalità. Infatti c’è chi dovrebbe tacere a vita ma continua a pontificare con lezioni di moralità e rettitudine travalicando di molto il limite della misura.

UNA “CARRIERA” CHE È TUTTO UN PROGRAMMA

Chi è il signor Baldieri? Agli esordi ha messo qualcosa per iscritto in una lingua non meglio identificata. Di sicuro non quella italiana. Erano i tempi del quotidiano “Lo Spettro” (di cui ci occuperemo prossimamente). Il sottoscritto e altri colleghi di allora abbiamo rischiato l’esaurimento nervoso per cercare di trasformare in lingua italiana quelli che erano articoli scritti in vernacolo e in idiomi a quei tempi e tuttora sconosciuti. Poi è diventato pubblicista. In Italia puoi mai negare un tesserino da giornalista? D’un botto si è trasformato in fotografo “professionista”. Non si sa dove e come. Forse immortalando, a pagamento, le gesta dei calciatori dell’Aversa Normanna durante le partite di calcio. Chi era il presidente della squadra? Giovanni Spezzaferri. Quello che non ha pagato per anni le bollette della corrente e dell’acqua durante l’affidamento dello stadio Bisceglia. Ammontare? Circa 90mila euro. La “carriera professionale” del Baldieri subisce un balzo in avanti con la pubblicazione del libro fotografico “Il volto di Gomorra”. Per spirito compassionevole ne acquistai due copie. Una pubblicazione scadente sotto l’aspetto fotografico ancor di più sul piano giornalistico. Casa editrice Mondadori. Com’è stato possibile? Basta un nome: Nicola Graziano. L’apprezzato e integerrimo giudice normanno si è preso a cuore il destino di quel poverino di Baldieri. Un’opera di bene. Altra manna dal cielo è arrivata con l’incarico di addetto stampa-responsabile comunicazione del centro commerciale “Jambo” di Trentola Ducenta, dopo l’inchiesta sul coinvolgimento di Michele Zagaria nella realizzazione della struttura. Per carità, non vogliamo giudicare pur trattandosi sempre di giudici anche nell’ottenimento della ben retribuita mansione svolta al Jambo.

Nel frattempo il buon Baldieri si barcamena tra un partito e l’altro. È come la Terra che orbita attorno al Sole. Poi approda al Movimento 5 Stelle. Non sappiamo se è iscritto alla piattaforma. “Regolare” o no lo si si vedeva a tutti gli incontri dei pentastellati. Una mattina mi son svegliato e non ho trovato l’invasor ma Baldieri nel mezzo di una riunione informale in un bar con la senatrice Vilma Moronese (ottima persona). Dieci testimoni oculari. Più che un grillino Baldieri sembra un grillo parlante perché continua a sparare sentenze e a ripetere, offendendo la memoria di Peppino Impastato, la frase “la mafia è montagna di merda”, senza mai aver combattuto in vita sua contro le organizzazioni criminali. Impastato ci ha rimesso la pelle.

Alle ultime comunali di Aversa ci ritroviamo il fotografo-pubblicista schierato apertamente accanto al candidato sindaco Alfonso Golia. In campo c’era anche la lista 5 Stelle guidata da Roberto Romano. Inversione di rotta? Mah. Fatto sta che Baldieri è lì in prima fila a brindare nel comitato elettorale di Alfonso Golia nella notte dello scrutinio del ballottaggio. E da allora non ha mollato più la giacchetta del sindaco di Aversa. Nulla di male. Anzi. Il nuovo primo cittadino normanno è una persona onesta e di indubbia dirittura morale. Anche Campania Notizie ha fortemente caldeggiato la coalizione di centrosinistra. Abbiamo violato la deontologia professionale? No. Per noi era inaccettabile che la città tornasse nelle mani di coloro i quali l’avevano condotta al disastro.

LA LOTTA ALLA CAMORRA A PERSONAGGI ALTERNI

Qual è la differenza tra i veri giornalisti e quelli “appezzottati”? Dall’insediamento ad oggi della nuova squadra di governo noi abbiamo svolto il nostro ruolo di cane da guardia del potere. Non abbiamo lesinato pesantissime critiche all’indirizzo della coalizione di centrosinistra. Il pragmatico Baldieri è rimasto un cavaliere fedele alla corte di Alfonso Golia a prescindere dall’operato dell’amministrazione comunale. Forse auspica che dal cielo cada altra manna. Qualcuno dice che aspira a diventare il portavoce del sindaco Golia. Inciuci destituiti di ogni fondamento. Per essere portavoce del primo cittadino di un centro come Aversa bisogna possedere quanto meno un minimo di requisiti. Baldieri ne è sprovvisto. Il nome giusto al posto giusto potrebbe essere quello di Ignazio Riccio, valente giornalista, persona coerente e perbene, ottimo conoscitore della lingua italiana. Non avendo altri titoli da esibire se non quelli di spargere veleno sugli altri il paparazzo Baldieri ha messo un bel “mi piace” a un post Fb intitolato “I che mmicizia!!!”, con tanto di foto che ritrae il sottoscritto con il presidente del Real Aversa Guglielmo Pellegrino (in basso). Il commento social fa chiaramente intendere che il patron granata è una persona “poco raccomandabile”.

Punto primo. Tra i webeti che cliccano su “like” troviamo ex fedelissimi dei pregiudicati Angelo Brancaccio e Eugenio Di Santo, rispettivamente già sindaci di Orta di Atella e di Sant’Arpino. “I che bella compagnia!!! Punto secondo. Io sono il primo tifoso della squadra di calcio normanna, vincitrice in pectore del campionato di Promozione. E da oggi mi farò un selfie al giorno con Pellegrino perché di tasca sua ci ha rimesso quasi 200mila euro per salvare il calcio normanno e per ridare alla città un palcoscenico sportivo di prestigio. Punto terzo. Come mai il signor Baldieri non ha mai proferito una parola critica nei confronti di Spezzaferri nonostante tutti sapessero che non rispettava la convenzione con il Comune per la gestione dello stadio? Per caso perché a quei tempi Baldieri intascava soldi da Spezzaferri? Punto quarto. Il suo amato sindaco Golia, ben prima del sottoscritto, è stato ritratto in foto abbracciato con Pellegrino (in basso). Era il periodo della campagna elettorale per il ballottaggio. Quindi anche Golia è “poco raccomandabile”?

Ecco, il motivo alla base di un articolo su un Carneade come Baldieri è di natura socio-antropologica. Oggi in particolare in provincia di Caserta gli uomini sono merce rara e preziosa. I quaquaraquà invece sono diventati purtroppo un genere di prima necessità. Noi ne facciamo volentieri a meno. La lotta ai camorristi è una cosa seria e pericolosa. Si fa con i fatti. Non a slogan.

 

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