di Mario De Michele

No! Non ci posso credere. E non ci avrei mai creduto se non fossi stato lì di persona e l’avessi visto con i miei occhi. Il Pdl aversano alla corte di Giuseppe Sagliocco. Avete letto bene: il Pdl aversano alla corte di Giuseppe Sagliocco. Uno stuolo di cortigiani con la casacca azzurra a rendere omaggio al futuro re di Aversa.

La sorprendete sfilata è andata in passerella alla presentazione dell’ex consigliere regionale quale candidato sindaco del Terzo Polo. Fantapolitica? No. Realpolitik. Come abbiamo compreso dopo aver chiesto cosa fosse cambiato rispetto al giorno prima, quando Sagliocco e i vertici cittadini e provinciali del Pdl erano come il diavolo e l’acqua santa. Bè, una cosa era in effetti cambiata: Sagliocco non sarebbe stato solo il candidato sindaco del Terzo Polo ma, udite, udite, anche del Pdl. Dapprima ho strabuzzato gli occhi pensando però a una boutade. Poi sono arrivate le conferme ufficiali o quasi. Lo stesso Sagliocco, ai microfoni di campanianotizie.com, ha tirato fuori, con nonchalance, il coniglio dal suo cilindro.

Realpolitik, appunto. O surrealpolitik, se volete. E sì, perché immaginare una campagna elettorale con Ciaramella e Giuliano a braccetto con l’ex consigliere regionale e i sagliocchiani è davvero surreale. Talmente immaginifico da far invidia a Dalì o a Bunuel dei tempi migliori. Sto esagerando? Giudicate voi.

17 dicembre 2011, il sindaco piedillino Domenico Ciaramella dichiara: “Sagliocco è condizionato da un pregiudizio nei confronti di questa amministrazione comunale, la quale ha sempre dichiarato che lui durante la sua permanenza decennale in consiglio regionale non solo non ha portato nessun beneficio alla città di Aversa, ma ha tentato in tutti i modi di metterci i bastoni tra le ruote”.

19 dicembre 2011, Giuseppe Sagliocco: “11 milioni e 258 mila euro di fondi ‘Più Europa’ perduti dalla città di Aversa per i ritardi dell’amministrazione in carica… Così sarà impossibile realizzare progetti importanti…”.

29 febbraio 2012, Ciaramella: “E’ bene ricordare e ribadire che quando Sagliocco è stato consigliere regionale ha fatto di tutto per fare del male ad Aversa. Voleva colpire me e non ha distinto i due bersagli, non ha capito che colpire Ciaramella, poiché era sindaco, significava colpire anche la città che Ciaramella amministra”.

5 marzo 2012, manifestazione pubblica della lista “Noi aversani”, di cui Sagliocco è il leader: “Si è sottolineato la necessità di stabilire regole certe e generali. Regole sempre disattese in questi anni dalla attuale amministrazione… La legalità, la trasparenza, concetti spesso sacrificati all’altare della discrezionalità, motivo per cui chiediamo un appuntamento con il prefetto di Caserta”.

5 marzo 2012, Ciaramella: “Tutto mi posso aspettare tranne che Sagliocco parli di legalità, è la persona meno adatta. Il nostro operato è limpido come l’acqua”.

Mi sono limitato a riportare solo alcuni recenti botta e risposta tra il primo cittadino normanno in carica e il suo aspirante successore. Ma basterebbe leggere le cronache degli ultimi anni per rendersi subito conto del rapporto di disistima assoluta tra i due. Ora immaginateveli percorrere sotto braccio le strade di Aversa a chiedere il sostegno degli elettori o abbracciati sul palco durante un comizio.

E’ come pretendere che Dracula e il presidente dell’Avis siano amici per la pelle. Un po’ troppo, no? Eppure, salvo repentini cambi di rotta all’ultimo momento, questo è lo scenario che si è delineato nel centrodestra. Come si è giunti a un epilogo hitchcockiano così inaspettato? Aversa è stata sacrificata sull’altare dei più ampi equilibri politici provinciali e regionali tra Pdl e Udc, con il conseguente corollario di caselle e poltrone da occupare. Niente di nuovo sotto il sole della politica.

Quello che però emerge con la limpidezza accecante del sole d’agosto dal “caso Aversa” è la demolizione della classe dirigente pidiellina. Il sostegno a Sagliocco da parte del Pdl normanno e casertano rappresenta molto di più di una sconfitta momentanea da cui riprendersi nel breve-medio termine. Sagliocco candidato sindaco del centrodestra – berluscones inclusi – equivale a spingere il coordinatore provinciale del Pdl, l’a-v-e-r-s-a-n-o Pasquale Giuliano, sotto uno schiacciasassi: c’è solo da contare le ossa, e forse neanche quelle.

Fra l’altro, di ossa rotte il senatore Giuliano ne ha già diverse. Da leader provinciale del partito ha collezionato, negli ultimi anni, una serie di passi falsi. Prima una battaglia – malamente persa – contro la candidatura di Domenico Zinzi alla presidenza della Provincia di Caserta; poi un continuo quanto vano lavoro ai fianchi per cercare di fiaccare le energie dell’inesauribile Zinzi ostacolandone in ogni modo l’azione amministrativa; e infine il ritiro degli assessori dalla giunta di corso Trieste, con il risultato che dalla fine dell’anno scorso il Pdl non è rappresentato nell’esecutivo e il gruppo consiliare pidiellino si sta via via sciogliendo come un gelato al sole.

Ora la ciliegina sulla torta – indigesta – della candidatura di Sagliocco alla guida del centrodestra della “sua” Aversa. Non me ne voglia, ma negli ultimi tempi Giuliano sembra un Re Mida all’incontrario. Dove passa lui non resta che il deserto. Un disastro. E mentre il senatore faceva macerie, Zinzi se n’è stava appollaiato sulla riva del fiume aspettando con la serenità dei tibetani che passasse sull’altra sponda il “cadavere del nemico”.

Lo tsunami ben presto ha raggiunto anche Aversa, dove sempre il serafico Zinzi, tomo tomo, cacchio cacchio, ha costretto il Pdl a fare da ruota di scorta dell’Udc. Insomma, Zinzi batte Giuliano in casa e fuori casa.

Nel calcio quando la squadra perde l’allenatore o si dimette o viene cacciato. E in politica?

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui