di Mario De Michele

Titolo: “L’inciucio”. Sottotitolo: “Ecco come mettersi d’accordo alle spalle dei cittadini”. Autori vari. Editore: “La Combine”. Il nuovo best seller arricchisce la collana, nota in tutt’Italia, pubblicata dalla casa editrice “La Casta”. Un’opera imperdibile per gli appassionati dell’horror.

Il libro narra le vicende di Stefano Caldoro, governatore della Regione Campania, che terrorizzato dalle congiure di palazzo (Palazzo Santa Lucia), tenta di allearsi con i suoi acerrimi nemici nel tentativo disperato di restare sul trono. La trama noir si intreccia con irresistibili momenti comici e con alcuni tratti melodrammatici, che rendono l’opera un capolavoro della letteratura post-moderna.

Seppure criptico e labirintico, il linguaggio non deraglia mai nel solco del bizantinismo. Termini innovativi, come “accordi sotto banco” o “intesa bipartisan”, lo rendono incalzante e sempre originale. Addentriamoci un po’ di più nella trama. La storia è ambientata a Napoli, in un non precisato Centro direzionale, una sorta di landa desolata lontana dal centro abitato e soprattutto molto distante dai problemi quotidiani della gente.

Messo alle corde dai suoi alleati, l’antica casata Popolo della libertà, Caldoro chiede aiuto alla famiglia storicamente avversaria, il Partito democratico (una sorta di Montecchi e Capuleti dei tempi moderni). Il capofamiglia (definito nel libro anche capogruppo) del Pd (diminutivo di Partito democratico) è un personaggio pirandelliano in perenne cerca di autore: Giuseppe (per gli amici Peppe) Russo.

Figura ingegnosa quanto ambigua, Russo avvia contatti con Caldoro, all’insaputa di tutti. Mesi di trattative segrete e incontri clandestini per trovare lo stratagemma in grado di “salvare la vita” a Caldoro e di ridimensionare il potere della famiglia nemica, il Popolo della libertà. In cambio, Peppe avrebbe ottenuto doni per sé e per i suoi tanti “clientes” e conquistato il favore del governatore.

Ma sul suo cammino si frappongono Umberto Del Basso De Caro (nome di fantasia che più fantasia di così si muore), il gigante buono Nicola Caputo e una donna coriacea e intransigente, Lucia Esposito (la citazione a Manzoni – Lucia Mondella – è esplicita). Disapprovando con sdegno il comportamento sleale di Russo, i tre moschettieri del Pd si schierano contro il loro capo.

Intanto, mentre Caldoro e Russo sono impegnati nei loro giochi di potere, i cittadini soffrono la fame. La Regione Campania, infatti, attraversa uno dei momenti peggiori della sua storia. Nelle pagine del romanzo prendono forma giovani senza lavoro (chiamati con un colpo di genio “precari”), anziani sempre più poveri (definiti con ironia “pensionati”), donne disperate, solo per citare alcuni personaggi “secondari”.

Insomma, arroccati nel Palazzo Santa Lucia, Caldoro e Russo pensano a spartirsi la torta del potere, mentre nelle case il popolo non riesce neanche più a spartirsi un tozzo di pane. Riusciranno De Caro, Esposito e Caputo a impedire che il disegno diabolico del duo Caldoro-Russo sia attuato? Questo non lo sveliamo. Lasciamo al lettore il gusto di scoprire di pagina in pagina il dipanamento della trama.

Ma come tutti sanno, nei romanzi horror il finale non è mai a lieto fine.

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