di Mario De Michele

È tranchant Vincenzo De Luca. Non lo scopriamo oggi. Per scelta non naviga nel mare magnum del politichese. Il governatore della Campania rifugge da ellissi e perifrasi. Va dritto al punto. Lo ha fatto anche con il neo presidente della Camera Lorenzo Fontana: “È un troglodita”. Apriti cielo. Dal centrodestra si è levato un coro di critiche. Qualcuno ha anche preannunciato una denuncia penale. Al netto del gioco delle parti, opposizione contro maggioranza, proviamo a portare il giudizio di De Luca sul piano letterale e politico. Gli appena alfabetizzati e i politicanti sono gentilmente pregati di cambiare testata. Partiamo dal significato del vocabolo troglodita. Tra le varie accezioni della Treccani c’è quella di “persona primitiva, rozza, o molto arretrata sul piano culturale e scientifico”. Le parole sono importanti, per dirla con Nanni Moretti. E pesano come sassi. Quella usata dal presidente della Regione Campania è come un macigno. Ma è una boutade oppure l’attacco frontale di De Luca trae origine dalle convinzioni politiche del leghista Fontana? Come si apprende dal settimanale L’Espresso il nuovo timoniere della Camera di sé dice che è “veronese e cattolico”. Sui social invoca spesso l’arcangelo Michele per “difenderci nella battaglia” (l’arcangelo Michele è colui che conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, cioè il demonio), il 25 aprile festeggia San Marco e non la Liberazione dal nazifascismo. È arciconvinto che “l’immigrazione e le unioni civili puntino a dominarci e cancellare il nostro popolo”. Caspita. Pure Fontana, come De Luca, è tranciante. Le altre uscite pubbliche della terza carica dello Stato sono ben più dirompenti: “Putin è il riferimento per chi crede in un modello identitario di società». Sic. Del resto, come ricorda L’Espresso, nel 2013 al Congresso Federale Lega Nord c’era anche Komov, a nome dell’associazione ultracattolica World Congress of Families, responsabile internazionale della Commissione per la Famiglia del Patriarcato ortodosso di Mosca e grande amico dell’oligarca Konstantin Malofeev, già molto attivo nei rapporti tra il Cremlino e i francesi del Front National. A raccontare del loro incontro su La Padania del 10 dicembre 2013 era stato un ancora sconosciuto Gianluca Savoini che, come racconterà anni dopo L’Espresso, ricoprirà un ruolo chiave durante il meeting avvenuto il 18 ottobre all’Hotel Metropol di Mosca al fine di strappare un accordo con una società petrolifera collegata a Malofeev per tentare di finanziare la Lega in vista della campagna elettorale per le elezioni europee di maggio. Insieme ad altri leghisti al referendum sull’annessione della Crimea e nella battaglia contro le sanzioni dell’Europa alla Russia, Lorenzo Fontana si presentò al Parlamento europeo con la maglietta “No sanzioni alla Russia”. Il meglio di sé il presidente della Camera lo ha dato sui temi dei diritti. Da neo ministro per la Famiglia e le Disabilità nell’arco di un solo giorno dichiarò: “Le famiglie arcobaleno non esistono”. E poi: “L’aborto è uno strano caso di diritto umano che prevede l’uccisione di un innocente. Fino a quando ci sarà chi vuole eliminare la persona umana, scendere in piazza è doveroso”. Sull’immigrazione è ancora più tranchant (altro che De Luca): “La nostra azione politica sull’immigrazione si ispira al catechismo: ‘ama il prossimo tuo’ ovvero in tua prossimità e per questo dobbiamo occuparci prima dei nostri poveri”. Come cattolico ha le idee confuse. Papa Francesco predica da sempre il contrario: “Aprire le porte a tutti, abbracciare tutti gli immigrati”. Nel 2020 Fontana presentò una proposta di legge contro la cristianofobia e un ordine del giorno per impegnare il governo a occuparsi delle discriminazioni anti-cristiane. Cristianofobia e discriminazioni anti-cristiane in Italia? Forse Fontana in quel periodo ha vissuto all’estero. Un altro tratto fortemente distintivo del capo dell’assemblea di Palazzo Montecitorio è il suo stretto rapporto con l’estrema destra. Nel 2015 partecipò al “Family Pride” di Verona, un evento anti-lgbt organizzato da Forza Nuova e dal circolo Christus Rex. Al suo fianco, fa notare L’Espresso, Yari Chiavenato (ex responsabile di Forza Nuova) e Luca Castellini. Chi è costui? È il coordinatore del Nord Italia di Forza Nuova e un capo ultrà del Verona. Alla festa dell’Hellas del luglio 2017 gridò dal palco: “Chi ha permesso questa festa, chi ha pagato tutto, chi ha fatto da garante ha un nome: Adolf Hitler!”. Nel 2016 Fontana salutò l’ascesa degli “amici” di Alba Dorata, il movimento di estrema destra greco, di ispirazione fascista, che nel 2020 è stato dichiarato dal Tribunale di Atene “un’organizzazione criminale”. È contro l’eutanasia. Sul caso di Alfie Evans disse: “Se non si rispetta la vita dal concepimento alla fine naturale, si arriva ad aberrazioni”. Le adozioni da parte di coppie omosessuali? Per carità, non se ne parla nemmeno. In preda alla sua furia destrorsa Fontana ha partecipato ad alcune iniziative di Fortezza Europa. In tedesco “Festung Europa” era il termine della propaganda del Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale per indicare l’Europa nazista. Ci fermiamo qui. Servirebbero fiumi di inchiostro per segnare col circoletto rosso le fermissime convinzioni del leghista Lorenzo Fontana. Il governatore della Campania l’ha definito “un troglodita”. Il giudizio di De Luca è spiccatamente politico, com’è ovvio che sia, stiamo parlando del presidente della Camera. Attiene cioè alle istanze politico-culturali di cui Fontana si è fatto portavoce fin da adolescente. È contrario all’aborto e alle unioni omosessuali, è amico di Alba Dorata e del Front National, è un accanito simpatizzante di Putin. Sommessamente e con il massimo rispetto per la terza carica dello Stato ci permettiamo di dire che Fontana non è proprio al passo coi tempi. È un po’ datato. Vocabolario Treccani, troglodita: persona primitiva, rozza, o molto arretrata sul piano culturale e scientifico.

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