Va riconosciuto alla nuova Segretaria ed al gruppo dirigente del PD Cittadino di aver avviato un processo di forte rinnovamento della vita politica casertana sia nel metodo che nei contenuti. Questo dato va sottolineato con piacere anche da chi come me è fortemente partecipe della vita culturale e sociale del capoluogo. Alcuni interventi, come quelli sui temi della conoscenza e dell’ambiente – per la prima volta un partito denuncia lo scandalo delle cave in modo chiaro anche con proposte di riuso sociale e produttivo – sono il segnale di un modo diverso di fare politico. Non solo teso a vitalizzare la partecipazione interna ma anche rivolto al dialogo e al confronto con le forze più attive della società casertana.

In tal senso va anche la decisione di rivendicare dopo tanti anni una rappresentanza nelle prossime competizioni elettorali (a partire da quelle regionali e poi comunali), facendo leva su una consultazione democratica tra le migliori risorse e competenze di cui dispone il Circolo, che oggi è sicuramente tra i più qualificati e dinamici del territorio provinciale.

Ancora più significativo è il percorso scelto a conclusione dell’ultima assemblea che ha deciso di collegare fortemente la scelta dei nomi da candidare ai contenuti e obiettivi strategici su cui ricollocare l’area casertana. A tal fine può essere utile rileggere esperienze già praticate proprio a Caserta, con il cantiere delle idee in occasione della precedente campagna elettorale per le amministrative. Fu una esperienza straordinaria di partecipazione corale a cui contribuirono le migliori energie e competenze del mondo del sapere, delle professioni, del terzo settore, del lavoro e delle imprese. Dopo tre anni di governo di centro-destra la maggior parte di quel programma rimane in buona parte attuale e valido.

Senza voler scimmiottare altre forme di elaborazione (come quelle della Fonderia o Leopolda), si può lavorare per costruire in tempi utili – entro la proclamazione delle Primarie per la scelta del candidato Presidente Regione – per una conferenza programmatica sul tema: “Città, sviluppo e innovazione” per ridisegnare il ruolo strategico di Caserta nella nuova programmazione campana, mediterranea ed europea.

In questo modo si può dare un segnale forte ed un contributo anche al PD provinciale e alle altre città per una competizione che sia fatta di partecipazione, di scelte consapevoli e condivise, veramente democratiche. E’ giunto il momento di volare alto, di raccogliere le sfide che emergono nell’era della conoscenza e della globalizzazione.

Per questi obiettivi ci permettiamo di offrire alcune proposte in base alla nostra esperienza quotidiana con le Piazze del Sapere e con il Forum Terzo Settore.

In primo luogo in una città come Caserta occorre rafforzare la cittadinanza, la partecipazione, la responsabilità sociale di ciascuno. Per fare in modo che la città sia di tutti (e non solo della cattiva politica) si può avviare in consiglio Comunale la sperimentazione del Regolamento sui beni comuni e sussidiarietà (proposto da Labsus) e avviato in tante città (come Bologna e Bari).

In secondo luogo bisogna saper attraversare la crisi con una grande alleanza fra produttori, per fare competitività, crescere e difendere il lavoro: un Comitato/Progetto “economia e occupazione” con banche, parti sociali, istituzioni, imprese significative per definire obbiettivi, strumenti, monitoraggio.

In terzo luogo occorre creare una nuova classe dirigente, mettendo insieme pubblico e privato, per imparare a decidere e realizzare: una Scuola di Alta Formazione aperta al territorio e al paese, esperimento di innovazione e di progettazione sociale, in partenariato con Università di tutto il mondo.

In quarto luogo bisogna provare a progettare il futuro dei giovani, con la costruzione di – un grande spazio (anche fisico, come l’Agorà Bruno schettini nella Biblioteca Civica) per i giovani, la creatività, l’arte, la creazione di opportunità e di impresa: associazioni del volontariato aperte a giovani, scuole, professionisti e dirigenti, artisti, artigiani cui affidare la progettazione e gestione delle attività di “Città e futuro”, aprendo relazioni con associazioni e istituzioni internazionali. Ruolo della scuola, di nuovi progetti europei come Garazia Giovani.

In quinto luogo valorizzare il territorio, la sua identità, le sue capacità, con la promozione della economia, della sostenibilità, dell’ambiente, delle tradizioni, delle capacità cittadine: una alleanza con le Città della conurbazione casertana e con la Provincia per ridisegnare gli strumenti di promozione e attrattività del territorio: progetto per un distretto culturale evoluto fondato sui siti Unesco.

In sesto luogo, diventa decisivo parlare con il paese e con il mondo: Caserta, Città dello Sviluppo e della Conoscenza. In primo luogo bisogna dare un nome ed una identità all’Università nel contesto storico e sociale di Terra di lavoro. Proposta della Cittadella dell’Aerospazio.

In settimo luogo diventa decisivo migliorare i servizi e fare investimenti, con un Fondo per l’innovazione e una nuova organizzazione comunale per superare la fase di dissesto finanziario, grazie anche al contributo di: banche e assicurazioni capaci di raccogliere fondi per investimenti in infrastrutture (materiali e immateriali), a disposizione della comunità cittadina;

nel nuovo Comune si selezionano e formano: gruppi di “giovani turchi” che operano per cambiare, semplificare, migliorare; pochi dirigenti eccellenti; funzionari che sono professionisti di qualità; tutto ciò che non serve più va chiuso.

Ottavo punto: a tal fine diventa decisivo saper selezionare una classe dirigente e di amministratori

  • Assessori delegati per progetti/problemi non per funzioni/poteri.
  • Programma elaborato dalla Città non solo dalla politica.
  • La campagna elettorale serve anche per selezionare i futuri Assessori, che lavorano insieme e si espongono al giudizio dei cittadini.

Infine, per costruire questo progetto occorre saper creare coesione sociale, capacità di accoglienza e socialità, in una visione che fa delle diversità una opportunità di cooperazione e non di conflitto.

 

Pasquale Iorio

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