A poco più di un anno e mezzo dalle elezioni amministrative il sindaco Alfonso Golia torna a casa. Nel corso di un lunghissimo civico consesso la coalizione di centrosinistra si è sciolta come un gelato al sole. Buccia di banana l’assestamento di bilancio che non è stato votato dall’intera opposizione e dai consiglieri di maggioranza Paolo Santuli, Eugenia D’Angelo, Carmine Palmiero, Imma Dell’ Iacono e Luisa Motti. Ben 14 voti contrari e soltanto nove a favore, con un astenuto. Oltre ai ribelli della maggioranza hanno detto “no” all’assestamento Alfonso Oliva, Gianluca Golia, Luigi Dello Vicario, Giovanni Innocenti, Olga Diana, Francesco Sagliocco, Roberto Romano, Giuseppe Stabile e Maurizio Danzi. A dimostrazione dello sfacelo in cui l’ormai ex sindaco Golia aveva ridotto la sua compagine. Davvero indegno il tentativo, pur di restare incollato alla poltrona, di chiedere il sostegno della minoranza, con la quale il “so tutto io” Golia non aveva mai voluto dialogare. Anzi, lui e i suoi consiglieri più fedeli ha sempre lanciato strali infuocati contro l’opposizione per mascherare la propria incapacità a governare una città importante come Aversa. Se l’inizio della gestione targata Golia è stata un disastro la fine, sul piano della dignità politica, è stata anche peggio. Nemmeno di fronte a un’assemblea chiaramente contraria al suo modo di amministrare il primo cittadino ha voluto dimettersi. Ha preferito farsi cacciare nella speranza di poter apparire la vittima di un complotto. La verità che l’ex sindaco di Aversa è vittima solo dei suoi errori e della sua inadeguatezza amministrativa.

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