di Mario De Michele

Peggio del manuale Cencelli. Il sindaco di Aversa Alfonso Golia effettuerà il rimpasto della giunta col bilancino alla mano. Nella città normanna tornano in auge gli anni della prima Repubblica. Quelli del pentapartito che ruotavano attorno all’asse Dc-Psi. Competenza e serietà i criteri per scegliere gli assessori? Macché. L’unico obiettivo di Golia è far quadrare i conti. E restare saldamente seduto sulla poltrona di primo cittadino. Così per il rimescolamento dell’esecutivo si dovrà fare attenzione esclusivamente ai numeri della squadra di governo con lo scopo di rafforzare la coalizione di pseudo-centrosinistra. Il possibile ritorno in maggioranza di Santulli e Danzi, in quota Pd, farebbe salire a 6 il numero dei consiglieri con la casacca dem. I due ex ribelli si aggiungerebbero ad Alma, Girone, Fiorenzano e Angelino. Per ora il Partito democratico esprime “soli” due assessori: Villano e Caterino. Con il ritorno all’ovile di Santulli e Danzi otterrebbe una terza cadrega. Il nome sarebbe indicato dagli ex dissidenti. E il Pd calerebbe il tris. Villano e Caterino sono intoccabili. Resteranno comodamente seduti al loro posto. La vittima predestinata del nuovo assetto in giunta con ogni probabilità avrà il volto di Luigi Di Santo. Senza farsi troppi scrupoli il sindaco Golia sacrificherà il “suo” assessore sull’altare degli equilibri politico-consiliari. Che saranno garantiti usando un bilancino di precisione: i gruppi in assise composti da due consiglieri avranno diritto a fare un nome nell’esecutivo. La Politica che serve con quattro esponenti nel civico consesso ha diritto a due assessori. Ai Moderati, che contano su due consiglieri, spetterà un solo nome. Gli zanniniani, assidui frequentatori degli showroom di Poltrone e Sofà, non hanno alcuna intenzione di mollare l’osso. Rischiano di perdere il posto in giunta uno tra la Melillo e Sagliocco. Quest’ultimo però avrebbe una garanzia sulla vita perché per entrare nel team di governo si è dimesso da consigliere. E il sindaco va dicendo a destra e manca che “gli eletti saranno garantiti”. Per ora l’unica garanzia è che la giunta tecnica di alto profilo è andata a farsi benedire. Alla faccia della rivoluzione e del cambiamento tanto sbandierati in campagna elettorale. Lo zainetto rosso di Golia si è trasformato in una valigetta 24 ore. È molto più comoda per concludere affari politici.

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