E’ un mestiere che hanno imparato dai loro nonni e dai loro padri. Ma che, forse, non potranno insegnare ai loro figli e nipoti. Perche’ oggi, in Italia e nel Mediterraneo, andare in mare a pescare il tonno rosso e’ sempre piu’ difficile,

per via delle limitazioni sempre piu’ stringenti imposte dall’Unione europea, sulla base delle raccomandazioni dell’Iccat (Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico), per la tutela della specie. Con buona pace dei pescatori di Cetara, borgo marinaro del Salernitano, in cui la maggior parte dei 2.300 abitanti vive di pesca di acciughe, alici e appunto tonno rosso, che viene catturato con il cosidetto sistema ‘a circuizione’. “La normativa europea – spiega a LABITALIA Pasquale Della Monica, armatore di una delle barche di Cetara impegnate nella cattura del tonno- ha ridotto il numero delle barche italiane abilitate alla pesca del tonno nel Mediterraneo da 40 che erano in precedenza a 12. Di queste dodici barche oggi cinque sono appunto di Cetara e tre di Salerno. E pensare che solo dieci anni fa erano 90 le imbarcazioni italiane dedicate alla pesca del tonno, io stesso ne avevo tre”. Il contingente di cattura assegnato all’Italia, per la campagna di pesca 2011, con regolamento della Comunita’ europea, e’ stato infatti di 1.787,91 tonnellate. Di queste 1.358,11 sono state assegnate al metodo per circuizione. Tonnellate che, pero’, nel periodo fissato per la pesca tra il 15 maggio e il 14 giugno, non state raggiunte dalla flotta italiana. “E’ un periodo troppo breve -denuncia Della Monica- e, per via del cattivo tempo, quest’anno la meta’ della flotta italiana non ha pescato niente. Io sono stato fortunato perche’ sono riuscito a incrociare un paio di banchi di tonno, e ho raggiunto la mia quota portando a casa quasi un milione e mezzo di euro per me e il mio equipaggio”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui