Indagini degne di ‘C.s.i.’ sono in corso a Paestum per svelare i segreti della tomba del Tuffatore, la più celebre del sito meglio conservato della Magna Grecia: le tecniche artistiche e i materiali utilizzati saranno esaminati grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico e l’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr). ”Già in passato sono state eseguite analisi qualitative e quantitative su alcuni reperti”, dichiara il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel.

”Ora, anche grazie alla riforma dei Beni Culturali, possiamo applicare un approccio più sistematico per capire l’esatta composizione dei materiali attraverso indagini su campioni selezionati di tombe e templi. L’obiettivo è svelare le tecnologie e le conoscenze che tra VI e IV secolo a.C. hanno dato vita al fenomeno delle tombe dipinte, ma anche alla decorazione dei templi di Paestum”. In questi giorni sono in corso analisi comparate dei materiali costitutivi e delle tecniche esecutive su alcune lastre tombali conservate nel Museo di Paestum. Attraverso analisi scientifiche non invasive, si cerca di capire lo stato di conservazione e la morfologia della superficie dipinta, la tecnica esecutiva e la possibile presenza del disegno preparatorio; si punta inoltre a individuare eventuali tracce di materiali estranei, identificare pigmenti e coloranti, e caratterizzare le fasi mineralogiche da un punto di vista qualitativo e quantitativo. ”Grazie alla disponibilità del Parco Archeologico di Paestum ­ afferma il Presidente dell’AIAr, Carmine Lubritto ­ il gruppo di ricerca della nostra Associazione, da tempo impegnato in attività di studio, tutela e salvaguardia del patrimonio culturale, ha ancora una volta la possibilità di far dialogare arte e scienza, allo scopo di dare risposte innovative alle affascinanti problematiche di conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali”.

 

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