Sir Christopher Lee, star di Dracula, del Signore degli Anelli e di Guerre Stellari, è morto all’età di 93 anni domenica scorsa ma la notizia è stata data solo oggi. E’ stato uno degli attori più prolifici della storia con una filmografia che vanta 280 titoli e allo stesso tempo uno degli interpreti dal maggiore incasso avendo guadagnato nel mondo 8.321.486.066 di dollari.

Ma rimarrà sempre nell’immaginario cinematografico per la sua interpretazione del vampiro per eccellenza che ha portato sul grande schermo almeno dodici volte. Alto un metro e novantacinque centimetri, scarno, una voce profonda e uno sguardo inquietante, Christopher Lee è stato quasi l’incarnazione del conte Dracula e a quell’interpretazione deve la sua fama mondiale. Di origini italiane, Christopher Frank Carandini Lee era nato a Londra il 27 maggio 1922 ma aveva sangue emiliano e anche nobile infatti la madre, la contessa Estelle Marie Carandini di Sarzano, apparteneva ad una famiglia tra le più antiche d’Europa. Ha studiato alla Summerfield Preparatory School e in seguito ha frequentato il Wellington College. Durante la seconda guerra mondiale, ha prestato servizio nella Royal Air Force e nell’Intelligence britannica. Christopher Lee iniziò la sua carriera cinematografica alla fine degli anni Quaranta, con film come Il mistero degli specchi (1948), di Terence Young, Amleto (1948), di Laurence Olivier, e Sarabanda tragica (1948), di Basil Dearden. Dieci anni dopo, s’impose come interprete principale degli horror della Hammer, insieme a Peter Cushing. Da La maschera di Frankenstein (1957) e Dracula il vampiro (1958), di Terence Fisher, a Il mistero di Sleepy Hollow (1999), di Tim Burton, Christopher Lee è stato mostro, vampiro e mummia, ha interpretato il ruolo del diabolico Dr. Fu Manchu, quello di Sherlock Holmes, del fratello di Holmes Mycroft e persino di Henry Baskerville ma anche il cattivo in un capitolo della saga di James Bond Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro con Roger Moore. Eppure il suo genere preferito era la commedia nella quale è riuscito a fare capolino con qualche titolo americano. Sulla sua carriera all’interno del genere un paio di anni fa a Locarno, dove gli era stato tributato L’excellence Award, raccontava: “Non rinnego niente di quello che ho fatto, ma non sopporto l’etichetta di star dell’horror, me l’ha attaccata la stampa, non riesco a liberarmene”.

 

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