Resta in carcere Giuseppe Porcelli, l’operatore scolastico dell’istituto Marino-Guarano di Melito accusato di aver ucciso a scuola il docente Marcello Toscano, 64 anni. Il Gip del tribunale di Napoli Nord ha convalidato il fermo del 53enne dopo l’udienza. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. La vittima, prossima alla pensione, stando alle indagini è stata accoltellata a morte nel magazzino della scuola dal bidello al quale aveva prestato una somma di denaro. Questa la svolta nelle indagini sull’omicidio dell’insegnante di sostegno alla media in provincia di Napoli, il cui corpo senza vita era stato rinvenuto alle 21 di martedì sera in un’aiuola nel cortile dell’istituto. I carabinieri e la Procura di Napoli Nord sono al lavoro per cercare di delineare tutti gli aspetti della vicenda, soprattutto quelli legati al movente, che potrebbe essere di carattere economico, forse dissidi sorti nell’ambito di un prestito e una attività che vittima e presunto assassino svolgevano in collaborazione. Solo ipotesi al momento, tutte da riscontrare, sebbene siano sostenute da alcune testimonianze. Sulla vicenda sia la Procura, che i carabinieri, mantengono uno stretto riserbo. Si cerca ancora l’arma usata per il delitto; dai primi accertamenti medico-legali eseguiti subito dopo l’omicidio, è emerso che Toscano è stato colpito ripetutamente con un oggetto dotato di lama e punta (almeno sei colpi all’addome); elementi che dovranno trovare conferma nell’esame autoptico in programma nella giornata di lunedì. Ad incastrare Porcelli sono state alcune tracce ematiche rinvenute su alcuni suoi vestiti scoperte dai carabinieri durante una perquisizione. Inoltre i sistemi di videosorveglianza della zona circostante la scuola avrebbero immortalato i suoi spostamenti – ritenuti sospetti – quel giorno. Del 64enne Toscano non si erano avute più notizie a partire dalle 16,30 dello scorso 27 settembre. A ritrovarlo, nella serata di quello stesso giorno, in un cespuglio, sono stati i carabinieri che avevano già avviato le ricerche. I militari sono stati chiamati dalla figlia che aveva notato la sua auto parcheggiata all’esterno dell’istituto. Poi il macabro e sconvolgente ritrovamento. Intanto lunedì 3 ottobre si terrà una manifestazione fuori l’istituto “Marino Guarano”, guidata dalle mamme degli alunni, che chiederanno alle istituzioni più controlli e più telecamere di sicurezza dentro e fuori l’istituto. “Ci sentiamo abbandonati – dicono – e da solo il sindaco non può fronteggiare questa situazione. La scuola è un diritto e come tale va tutelata e resa sicura”.

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