Pena ridotta per i tre giovanissimi che uccisero a sprangate la guardia giurata Francesco Della Corte. La Corte d’appello, chiamata a giudicare dopo la sentenza di rinvio della Cassazione emessa il luglio scorso, ha inflitto ai tre imputati, tutti minorenni all’epoca dei fatti, la condanna a 14 anni e mezzo di reclusione, due anni in meno di quanto era stato deciso nei primi due processi di merito, con l’esclusione dell’aggravante della crudeltà. L’uomo fu aggredito il 3 marzo 2018 mentre era al lavoro alla stazione della metropolitana di Piscinola. I banditi volevano rapinargli la pistola d’ordinanza. «Una sentenza che accogliamo con tristezza, rabbia e amarezza – Vivere la nostra vita, dopo quello che è accaduto è difficilissimo, conviviamo con la consapevolezza che ci è stato tolto un pezzo di cuore. Ogni evento felice non sarà mai davvero felice. Veniamo al Palazzo di Giustizia nella speranza, almeno, di portare via qualcosa in più per gli assassini, e invece ce ne andiamo con due anni in meno», è il commento di Marta e Peppe, figli di Francesco Della Corte, raccolto dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli che ha atteso insieme ai familiari il verdetto della Corte di Appello.

«È caduta l’aggravante della crudeltà – hanno aggiunto affranti i figli di Della Corte – quindi tre ragazzi che si procurano un piede di un tavolo, si sono appostati dietro ad un muretto, hanno aggredito alle spalle un uomo che stava facendo il proprio lavoro e gli hanno spaccato il cranio non sono crudeli. Chiedevamo solo la conferma dei 16 anni e mezzo oggi, purtroppo per noi la sentenza di oggi è una sconfitta». «C’è grande delusione,» ha detto Borrelli, consigliere regionale di Europa verde, «oggi le vittime piangevano e gli assassini gioivano, una scena che non auguro a nessuno di vedere. Grande vicinanza a Marta, Peppe e alla loro mamma. Speriamo che la Cassazione ora faccia giustizia in modo più duro».

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