Da giorni gli operai delle grandi fabbriche sono in apprensione per il pericolo contagio da Coronavirus. Ad iniziare la protesta nel territorio Napoletano, per la paura di contrarre il virus Covid-19 sono stati i lavoratori della FCA di Pomigliano. Successivamente il timore si è concretizzato alla Avio Aero, sempre a Pomigliano, dove è stato accertato un caso positivo al virus e si tratta di un impiegato 50enne di Agfragola. E non manca il sospetto per altri che potrebbero essere stati contagiati.

Nelle fabbriche il clima diventa sempre più pesante e i sindacati chiedono al governo lo stop delle attività manifatturiere per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. Cresce l’allarme tra i lavoratori dello stabilimento Avio, la cui riapertura prevista per la prossima settimana non è più del tutto certa. I delegati sindacali invocano un’ulteriore sospensione delle attività. Lunedì prossimo – come riporta Il Mattino – dovrebbe riaprire i battenti lo stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco, dopo lo stop decretato nei giorni scorsi dall’azienda, che aveva riguardato anche i siti di Cassino e Melfi. “Abbiamo chiesto il rispetto delle norme – spiega il segretario della Fim-Cisl di Napoli Biagio Trapani – con l’uso delle mascherine e la distanza di sicurezza di un metro tra i lavoratori, per permettere a Fca di sanificare tutte le aree. Riprenderemo martedì solo se hanno mantenuto gli impegni”. Anche gli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli Est chiedono più sicurezza. “Per ora abbiamo applicato protocolli interni – spiegano le Rsu – ma ci vogliono altre soluzioni. È necessario ridurre al minimo i rischi con mascherine e sanificatori”. Per le organizzazioni sindacali la chiusura provvisoria delle fabbriche è la soluzione migliore. Fim, Fiom, Uilm ritengono necessario un momentaneo blocco di tutte le imprese metalmeccaniche, “a prescindere dal contratto utilizzato, fino a domenica 22 marzo, al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro”. Le sigle dei metalmeccanici avvertono che sono “pronti allo sciopero se necessario”. La segretaria generale della Fiom Francesca Re David definisce “inaccettabile la mancanza nel nuovo Dpcm di misure e iniziative volte alla protezione dei lavoratori che stanno garantendo la tenuta economica del Paese”. Per Biagio Trapani “il governo non ha tenuto in considerazione le esigenze di sicurezza dei lavoratori. Ci aspettavamo che il premier avesse il coraggio di decretare lo stop e invece ha abbandonato le aziende e i lavoratori del settore”. Mentre il segretario della Fiom di Napoli Rosario Rappa sottolinea che “le possibilità sono due: o un rallentamento produttivo o una chiusura, nei casi in cui non è possibile rispettare la distanza di sicurezza tra i lavoratori”. A seguito dei malumori nel comparto dei metalmeccanici il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato per oggi una videoconferenza da Palazzo Chigi con le associazioni industriali e i sindacati per valutare “l’attuazione delle previsioni contenute nell’ultimo Dpcm riguardanti i protocolli di sicurezza nelle fabbriche a tutela della salute dei lavoratori”.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui